GROSSETO – «Ieri il Consiglio comunale ha approvato la revisione del regolamento di Polizia urbana, apportando alcune modifiche che rivelano sempre più la carenza di competenze di questa Giunta nella gestione dei problemi sociali della città». Così il capogruppo del Pd Davide Bartolini critica l’operato della maggioranza di Grosseto.
«Le modifiche sembrano essere un semplice “copia e incolla” da un altro regolamento, specificamente il “Regolamento per la tutela e il decoro del patrimonio culturale e delle attività del centro storico”. Questi articoli sono stati inseriti come nuove disposizioni nel regolamento di Polizia urbana, ampliando l’ambito di applicazione non solo al centro storico, ma a diverse aree della città, con limitazioni che risultano essere sia ridicole che impraticabili, e soprattutto inefficaci. Da un lato, apprezziamo la restrizione sugli orari di vendita di alcolici da asporto in determinate aree della città, come previsto dalla legge nazionale. Dall’altro, tuttavia, siamo profondamente perplessi e critici sulla modalità scelta da questa amministrazione per affrontare il problema».
«L’articolo 4 quater del nuovo regolamento – dichiara Bartolini – introduce un divieto assoluto: “è fatto divieto di promuovere, in qualsiasi forma e con qualunque mezzo, sconti offerte, condizioni vantaggiose d’acquisto o consumo di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione”. Questo significa che enoteche, birrerie, ristoranti e supermercati non potranno più promuovere la vendita di alcolici, che sia vino, birra, o altro. Le vittime principali di queste misure saranno i commercianti, che hanno investito nelle loro attività e che ora non potranno più promuovere eventi come serate di degustazione di vini o la presentazione di nuove birre. Saranno inoltre colpiti i supermercati nelle aree urbane individuate, che non potranno più offrire promozioni sulla vendita di bevande alcoliche. Chiediamo quindi a questa Giunta di precisare fino a che punto si estende questa restrizione alla promozione del consumo di bevande alcoliche. Un bar può ancora offrire un cocktail? Un ristorante può ancora suggerire un vino da abbinare alla cena?».
«Un’altra disposizione assurda del nuovo regolamento, precedentemente limitata solo al centro storico, riguarda i cosiddetti “alcool tour” – prosegue il Pd -. Il nuovo articolo dice: “È fatto divieto di promuovere o organizzare gruppi itineranti di persone al fine di far loro consumare ad un prezzo particolarmente vantaggioso e presso più locali tali bevande (cd. “alcool tour”). Ne va da sé che il divieto si estende anche agli organizzatori. Eppure, il comandante della Polizia municipale in 4° commissione ci ha informato che il fenomeno degli “alcool tour” non esiste a Grosseto. I soli “alcool tour” che sembrano esistere in pratica sono quelli legati a feste di addio al celibato/nubilato, e sarebbe interessante vedere se queste verranno penalizzate».
«Questa Giunta continua ad optare per la strada del “meno sforzo possibile”, cercando di arginare problematiche complesse come quella del consumo di alcol, specialmente tra i giovani, con misure restrittive che colpiscono soprattutto i commercianti, senza impegnarsi in un’effettiva progettualità di politiche sociali e senza un coinvolgimento reale della comunità. Le modifiche apportate ieri al regolamento di polizia urbana mettono in luce l’assenza di una visione strategica e di idee innovative da parte di questa amministrazione, che si limita a riciclare articoli di altri regolamenti senza curarsi di verificare l’effettiva applicabilità e l’efficacia delle norme che sta implementando. Questo atteggiamento, oltre a confermare il fallimento dell’assessore alla Sicurezza, evidenzia la mancanza di una vera e propria strategia sulle politiche sociali, che dovrebbero essere inclusive ed efficaci, in grado di rispondere alle reali esigenze dei cittadini».
«Prendiamo ad esempio il Titolo II, Art. 1 comma l del regolamento per la tutela e il decoro del patrimonio culturale e delle attività del centro storico – afferma infine Bartolini. Questo articolo prevede che i locali sfitti all’interno del centro storico debbano oscurare le vetrine con immagini raffiguranti il territorio e le tradizioni culturali locali. Basta un giro in centro per notare come questa disposizione sia completamente ignorata, con negozi sfitti che presentano vetrine vuote e in alcuni casi in stato di abbandono. Il fallimento di questa amministrazione è palese e le sue proposte per risolvere i problemi sociali, come dimostra l’ultimo regolamento, sono pura finzione, incapaci di affrontare e risolvere le reali problematiche della città. Questa città e i suoi cittadini meritano di più: una politica che agisca con lungimiranza, capacità e coraggio, non una che si limiti a copiare e incollare soluzioni inefficaci da un contesto all’altro».