GROSSETO – L’ha detto e l’ha fatto. Il sindaco di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna ha denunciato l’Anpi dopo le contestazioni durante la commemorazione di Maiano Lavacchio il 20 marzo scorso e anche quella in piazza Dante il 25 aprile.
«In una logica di dignità istituzionale – spiega il primo cittadino di Grosseto – , corre l’obbligo di dare seguito a quanto già annunciato. In questo senso, nella giornata di oggi giovedì 11 maggio, ho dovuto mio malgrado presentare querela alle autorità giudiziare per quanto avvenuto nelle giornate del 20 marzo e del 25 aprile scorso».
«È con queste parole che comunico la presentazione della querela alla Procura della Repubblica di Grosseto nei confronti di quanti hanno leso la mia dignità in qualità di sindaco e dell’istituzione che rappresento, oltrechè di quanti hanno offeso la mia immagine e l’onore come persona, travisando ed attribuendomi un pensiero politico che non mi appartiene. In più occasioni ho preso le distanze da accuse inverosimili ed incompatibili con la carica che ricopro e ciò nella considerazione che la figura apicale eletta dai grossetani giura, al momento del suo insediamento, la fedeltà alla Costituzione, chiaramente ispirata a valori e principi antifascisti».
«La presentazione della querela – speiga ancora Vivarelli Colonna – deve assumere, dunque, una valenza di difesa istituzionale nella considerazione del fatto che le manifestazioni autorizzate debbono svolgersi nell’ambito di quanto previsto, cosa non avvenuta nel corso della celebrazioni delle due commerazioni. Esiste infatti un principio di libertà che deve essere garantito a quanti partecipano alla manifestazione stessa, a quanti vogliono ascoltare e a quanti si trovino a subire, loro malgrado, situazioni incresciose e come tali da condannare. In questa logica, non si possono tollerare manifestazioni abusive o derivazioni delle stesse non autorizzate. Ogni sindaco ha il dovere di mantenere l’ordine pubblico e garantire il normale svolgimento di una celebrazione commemorativa e pubblica».
Il sindaco, contestato perché intenzionato ad intitolare una via di Grosseto ad Giorgio Almirante, nella giornata di ieri aveva annunciato che l’argomento sarà discusso nuovamente in Consiglio comunale: «Non è un passo indietro, ma l’attenzione al confronto democratico».
«Il diritto di critica è tollerabile – aggiunge il sindaco -, ma ciò che non lo è, è l’andare oltre e trasformare, come fatto da una parte dell’Anpi, un’opinione dissenziente in atti e fatti lesivi della dignità istituzionale e della persona. Il volontinaggio non autorizzato, tentivo di interruzione dell’amplificazione audio nell’ambito del mio discorso commemorativo, offese, ingiurie, il voltare le spalle e cantare “Bella ciao” al fine di non consentire lo svilgimento della celebrazione, impedendomi il normale esercizio delle funzioni istuzionali».
«A fronte di tutto ciò, assistito dal mio legale di fiducia Andrea Vasellini, chiedo al Procuratore della Repubblica di Grosseto di esaminare gli atti rappresentati nella querela e valutare se esistano elementi sufficienti per procedere penalmente nei confronti dei soggetti ritratti in foto e video e di tutti coloro che, all’esito delle indagini, risulterebbero responsabili dei reati di diffamazione aggravata, tentativo di violenza privata e organizzazione di una contromanifestazione abusiva.