GROSSETO – «Oggi sono stato alla commemorazione dell’eccidio di Maiano Lavacchio, luogo dove vennero uccisi 11 ragazzi poiché renitenti alla chiamata alle armi della Repubblica Sociale Italiana. Uno dei tanti momenti di lutto che abbiamo assistito nelle ultime fasi della guerra», dichiara il segretario provinciale del Partito democratico Giacomo Termine.
«Durante il discorso del sindaco di Grosseto Vivarelli Colonna mi sono sentito in dovere di girarmi (insieme a me l’hanno fatto molti altri cittadini) in segno di rispettosa protesta contro l’intenzione del sindaco Vivarelli Colonna (senza nemmeno la fascia davanti al cippo commemorativo) di intitolare una strada a chi è stato un protagonista attivo di quel terribile ventennio fascista come Giorgio Almirante».
«Io ho avuto il mio bis nonno ucciso insieme ai martiri della Niccioleta. Insieme ad i miei familiari vogliamo dimenticare Giorgio Almirante, non è una persona da portare ad esempio. Lo ricorderanno coloro che si sentono attratti da una certa idea di politica come io ricorderò i miei punti di riferimento, proprio coloro che dopo una guerra sanguinosa invece di usare la violenza hanno scelto la democrazia e della libertà anche verso coloro che l’avevano negata. Coloro che sono impegnati nel governo delle città non dovrebbero usare il potere per evocare conflitti già risolti nel 1945 per giustificare le proprie contraddizioni interne».
«Cambi idea Anton Francesco Vivarelli Colonna – conclude Termine – Invece di ricordare il buio di una guerra con via Almirante, provi ad offrire futuro ai grossetani, faccia come facevano i nostri avi che nella toponomastica usavano la gentilezza e la speranza: via del sole, via della terra o piazza Maremma Toscana. La via della pacificazione infatti già esiste, ed è via della Repubblica Italiana».