GAVORRANO – A sette anni dalla strage Erasmus (fra due giorni, il 20 marzo, si ricorderà l’anniversario), il padre di Elena Maestrini, Gabriele, continua a lottare per avere giustizia.
Maestrini ha infatti depositato un esposto alla Procura di Firenze in cui chiede di indagare se “sussistono profili di responsabilità penale anche in capo ad altri soggetti che, con la loro condotta commissiva ma soprattutto omissiva, hanno dato un rilevante apporto causale al verificarsi del tragico evento del 20 marzo 2016”.
In altre parole, quello di Gabriele Maestrini è un nuovo tentativo di far emergere le co-responsabilità che hanno portato alla tragicità complessiva dell’incidente e come sempre nell’ottica che una tragedia come quella che ha coinvolto sua figlia, non accada mai più.
I familiari delle vittime sostengono da sempre che la responsabilità della strage non sia soltanto dell’autista (l’unico mai indagato), ma ad esempio anche dell’Erasmus Student Network che ha organizzato il viaggio low cost delle studentesse o della società che gestisce il tratto d’autostrada in cui è accaduto l’incidente e, secondo il perito incaricato dalle famiglie, non presentava un guard rail “salvavita” conforme alle norme.
Maestrini chiede quindi al Procuratore della Repubblica di Firenze di «disporre gli opportuni accertamenti ed adottare ogni e più ampia iniziativa, anche di carattere internazionale, affinché sia resa finalmente giustizia a mia figlia Elena ed alle altre dodici studentesse che hanno perso la vita il 20 marzo 2016».
Sull’incidente Erasmus IlGiunco.net ha prodotto un podcast a quattro puntate dal titolo “La figlia d’Europa”. Lo potete ascoltare a questo LINK.