Cassa Depositi e Prestiti, conosciuta con l’acronimo CDP, è una società per azioni italiana a controllo pubblico. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano detiene oltre l’80 % delle azioni della società. Gran parte delle restanti azioni sono detenute, sotto forma di azioni privilegiate, da un gruppo diversificato di fondazioni bancarie.
CDP, in base al valore totale delle proprie attività stimate ad oltre 500 miliardi di euro (bilancio consolidato del 2021) è considerato il terzo istituto bancario italiano dopo UniCredit e Intesa Sanpaolo. Nella pratica CDP gestisce una delle principali quote del risparmio degli italiani poiché raccoglie i depositi di Poste Italiane stimati in circa 274 miliardi di euro.
La missione istituzionale di CDP è quella di perseguire e sostenere la crescita italiana, ciò lo rende uno dei principali protagonisti nel campo degli investimenti pubblici e come tale, centro catalizzatore dello sviluppo strategico delle realtà locali e delle imprese nazionali
L’attività di CDP può essere distinta in due rami separati: il primo, definito “gestione ordinaria”, finanzia opere di pubblica utilità. Il secondo, definito “gestione separata”, finanzia lo Stato, le regioni, gli enti locali e gli altri enti pubblici per progetti che realizzano infrastrutture di interesse generale ed infine sostiene attività di cooperazione internazionale allo sviluppo
Tra i progetti che hanno visto impegnato CDP nel territorio italiano ci sono stati il sostegno alla ricostruzione dopo i terremoti del Centro Italia di alcuni anni fa, l’alluvione del Polesine nel 1951, il disastro del Vajont nel 1963 e il terremoto del Belice nel 1968. CDP investe attivamente anche nell’innovazione tecnologica e digitale di diversi centri italiani aiutando sia le grandi società che le piccole e medie imprese nella loro internazionalizzazione.
Altri investimenti stanno venendo messi in opera col fine di facilitare la conversione energetica italiana e portare così il paese verso le fonti sostenibili. Questi investimenti, che si sono tradotti in un sostegno ad imprese produttrici di pannelli fotovoltaici o a compagnie attive nell’idroelettrico, sono i veri passi che permetteranno all’Italia di svincolarsi dalle frenesie del mercato energetico mondiale e di puntare dritto ad un reale piano energetico basato sulla sostenibilità.
CDP si impegna inoltre nel sostegno finanziario delle grandi città per il rilancio delle periferie e nei piani di valorizzazione turistica. Negli ultimi anni, sotto l’impulso di Giovanni Gorno Tempini, a.d. di CDP dal 2010 al 2015, poi nominato Presidente nel 2019 e di Dario Scannapieco, in carica come Amministratore Delegato e direttore generale dal 2021, CDP ha affrontato importanti sfide economiche in Italia.
Con il piano industriale 2019-2021 di CDP sono stati previsti investimenti da 200 miliardi di euro per opere di sviluppo sostenibile nell’economia circolare, decarbonizzazione e sviluppo delle energie rinnovabili. Da sottolineare anche l’iniziativa “Zero Plastica” per un’economia sostenibile.
Nel marzo 2020 CDP ha firmato un Protocollo d’intesa per lo sviluppo di progetti congiunti con Eni e Fincantieri, che hanno come obiettivo quello di studiare e potenziare tecnologie atte alla raccolta dei rifiuti in mare e lungo le coste col fine di avviarli al riciclo.
Tra gli altri progetti messi in atto da CDP negli ultimi anni c’è anche la costituzione di un fondo da 150 milioni di euro, sottoscritto da CDP Equity, per investimenti di sviluppo e sostegno di Start Up. Questo progetto purtroppo ha disatteso molti degli obiettivi e nella gestione ha peccato di poca trasparenza e capacità di previsione.Il 25 novembre 2021 il Consiglio di Amministrazione ha varato il Piano strategico 2022-2024 definito “Per l’Italia che verrà”. Questo è un piano ancora più ambizioso del precedente ed ha come obiettivo quello di dare risposte alle grandi sfide che l’Italia ha davanti a sé come il cambiamento climatico, la crescita inclusiva e sostenibile, l’innovazione e la digitalizzazione.
Nei tre anni di durata del piano saranno stanziati, tra risorse dirette e coinvolgimenti terzi, 128 miliardi di euro che saranno investiti seguendo i principi “ESG” (Environmental, Social, Governance). Se da una parte l’investimento di queste importanti risorse sono da vedere con grande ottimismo per l’attenzione avuta verso il tessuto produttivo e sociale nonché per l’ambiente, dall’altra si auspica la stessa attenzione anche nella governance di questi investimenti che negli anni passati non sempre hanno brillato per coerenza e chiarezza.
Un esempio è stato il citato (ora ex) fondo strategico CDP Equity che lasciò in pancia a CDP oltre mezzo miliardo di perdite per investimenti non sempre felici come quello in Ansaldo Energia, il flop degli investimenti in Saipem e la vendita ben poco lungimirante di Shangai Electric.
Purtroppo a questi grandi flop (perdite) della precedente amministrazione negli ultimi anni si sono aggiunti anche altri progetti finanziari che non hanno avuto il successo sperato come gli investimenti in Valvitalia, Trevi, in società del gruppo Cremonini e negli alberghi Rocco Forte. Per quanto l’economia italiana sia forte e in continua evoluzione, al giorno d’oggi i tempi di ripresa non sono molti e la competizione globale è capace di cogliere ogni opportunità per erodere quote di mercato. Per un paese votato all’esportazione questo non è accettabile e quindi ogni altro progetto finanziario di investimento dovrà non solo mirare a migliorare la competizione internazionale, ma anche offrire condizioni di lavoro più moderne, minore impatto ambientale e servizi più efficienti.
Questi sono tutti fattori che dovranno essere presi in seria considerazione e far ragionare la nuova amministrazione. Lo stesso Scannapieco, in occasione della presentazione del nuovo piano di CDP nel novembre 2021, citando un discorso di John Kenedy del 1964, aveva affermato che Il piano industriale di CDP “si interseca in alcuni casi con il pnrr; il piano è come un’onda che sollevi tutte le barche e le faccia salire” in superficie.
In un periodo post pandemico seguito da una crisi energetica senza precedenti, l’Italia, i cui depositi erosi dall’inflazione hanno già registrato una perdita del valore di oltre 50 miliardi di euro, non potrà permettersi ulteriori passi falsi. Per poter arrivare agli obiettivi prefissati ci vorranno persone e idee nuove. In Italia queste non mancano. Sarà solo questione di scelte sperando che queste saranno fatte nell’interesse degli italiani.