CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Mamma lavorava in negozio con babbo e non era facile con due bimbi, uno di sei anni e io appena apparso nel mondo, in quel “mitico” 1953.
La necessità di una forma di collaborazione da parte di qualche giovane ragazza, anzi direi di qualche “poco più che fanciulla”, era indispensabile.
Basta pensare che in quel periodo, mi raccontavano i miei, che il giorno della “levata” (il rititro dei tabacchi) babbo era impegnato dalla mattina presto fino ad oltre all’ora di pranzo e la “Privativa” doveva restare aperta. Nell'”appalto” tornava mio fratello dopo la scuola e se era stanco si faceva la sua pennichella sopra i sacchi del sale appoggiati sulla pedana dietro il bancone. Io ero tropo piccolo per affrontare quella vita, e così la Tata era la soluzione.
Non era una baby sitter, come si dice oggi, era proprio una persona che in qualche misura si accasava, spesso vivendo tutta la giornata, e anche la notte, con noi.
I miei ricordi, tutto il resto, è frutto dei racconti, comincia con Carmela.
Carmela, una ragazza molto magra, tutta nervi, adorabile compagna di giochi, nonostante si facesse in quattro anche per dare una mano nelle faccende domestiche.
Mi piaceva stare con lei, era come fosse una sorella più grande. Anche mamma e babbo la adoravano per la sua pazienza sopratutto nei miei confronti.
Mi dicono che fossi un bambino scontroso, bizzoso, un po’ “stronzetto ” insomma. Ma Carmela riusciva a tranquillizzarmi e anche babbo e mamma erano tranquilli e potevano impiegare il poco tempo libero disponibile per dedicarsi a mio fratello, che ormai faceva la terza elementare.
Carmela me la ricordo sempre con me, pronta ad esaudire ogni mio desiderio, anche quelli più bizzarri.
È stata con noi a lungo, e quando inevitabilmente è “tornata libera” ho pianto sentendone la mancanza per lungo tempo.