MONTE ARGENTARIO – I carabinieri forestali del Nipaaf di Grosseto e la Polizia giudiziaria due giorni fa hanno sequestrato la linea chimico-fisica e biologica (quest’ultima in riferimento ai rifiuti su ruota) dell’impianto di depurazione delle acque reflue di Terrarossa a Monte Argentario.
Assieme all’Arpat gli uomini dell’Arma hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Grosseto
«Quattro le persone indagate per i reati di inquinamento ambientale, mancata osservazione dell’autorizzazione integrata ambientale, gestione illecita di rifiuti pericolosi e non» come si legge nella nota inviata dai carabinieri.
I controlli erano già iniziati nell’anno 2021 e avevano riguardato la gestione dell’impianto con particolare attenzione al trattamento dei fanghi in entrata ed al loro smaltimento.
Accertamenti di polizia giudiziaria hanno permesso di appurare che i rifiuti in ingresso nell’impianto a volte non avevano le caratteristiche idonee per essere ricevuti e trattati perché contenenti metalli pesanti e sostanze pericolose.
Inoltre è stato accertato l’utilizzo nel trattamento chimico-fisico di prodotti chimici mai autorizzati dalla Regione Toscana ed in alcuni casi fuori specifica, ovvero scaduti.
Gli esiti dei campionamenti hanno evidenziato il superamento dei limiti per i parametri fenoli, aldeidi, alluminio, zinco. Lo smaltimento avveniva riversando ingenti tonnellate di fanghi attivi, tramite uno scarico, nel canale denominato di “determinazione” collegato direttamente alla Laguna di Ponente-Orbetello, cagionandone un significativo deterioramento.