FOLLONICA – Non ci sta Andrea Benini. La ricostruzione della vicenda che riguarda il Riva Toscana golf resort fatta dal suo proprietario. Paolo Negroni, non piace al sindaco ci Follonica che minaccia di andare per vie legali: «Farò una valutazione se agire in sede penale per le affermazioni fatte da Negroni».
«Sono rimasto sorpreso dalle affermazioni di Negroni. Ovviamente continueremo a supportare il golf come abbiamo fatto sino ad ora visto che consideriamo questo investimento di grande rilevanza pubblica. Proprio per questo lo abbiamo trattato come gli altri grandi investimenti ad esempio il the sense».
Tra le cose che non sono andate giù a Benini il fatto che Negroni abbia detto che «per normative e regolamento vigente avrei potuto fare determinate cose, ma non sono state fate per volontà politica, per affossare o bloccare l’investimento. Questa è una cosa inaccettabile. I nostri uffici seguono le norme, e abbiamo sempre cercato di facilitare l’investimento. Non è che se ti chiami Negroni puoi pensare di forzare le normative vigenti».
«Si fa riferimento ad un diniego ad un permesso a costruire, il terzo di una serie (tutti uguali). Negroni ha chiesto di realizzare un blocco servizi che ha ricevuto un no perché la normativa dice: “è permessa all’interno del volume esistente la realizzazione di piazzali, spazi, anche coperti, destinati a macchinari, per una superficie massima di 150 metri e 300 scoperti”. Ma da Negroni sono giunte richieste per edifici con servizi e water, non spazi. Volumi, mentre il regolamento urbanistico parla di spazi».
Benini ripercorre la vicenda: «La fase uno è completata. La fase due prevede il completamento del blocco servizi (con la realizzazione dell’area coperta per il ricovero dei macchinari) e l’aggiunta di 55 posti letto a quelli esistenti. Una richiesta legittima».
A giugno scorso avviammo la variante urbanistica per consentire la realizzazione della struttura dei servizi, come era nell’aspirazione di Negroni. Ci muovemmo per realizzare una superficie servizi di 600 metri quadri. Dalla Regione hanno però richiesto una valutazione di impatto ambientale e di incidenza. Questi documenti non sono mai stati prodotti. Nonostante che io, vista l’importanza del progetto, abbia scritto una nota alla società in cui dicevo “in merito alla realizzazione del plesso servizi le ribadisco la necessità di depositare quanto richiesto”».
«Non era invece possibile, in quel momento, la variante per aumentare i posti letto. La Regione ha dunque provato a cercare una strada: “Implementiamo la parte dei servizi e poi magari ragioniamo sul blocco due, ossia i posti letto”. Il tecnico di Negroni ci ha ringraziato per questa apertura. Senonché dopo sei giorni ci hanno nuovamente detto che quello che volevano subito erano i 55 posti letto bruciando così il percorso che avevamo intrapreso».
Un altro dei motivi per cui Benini sta valutando di adire le vie legali è che è stato affermato «che sia stata affossata la variante 8, quella del golf, accantonandola mentre non è successo lo stesso per la variante 9. qui bisogna fare un passo indietro: il regolamento urbanistico era scaduto e quindi abbiamo provato a focalizzarci su alcuni temi più urgenti per sostenere lo sviluppo della città. La variante 8 era nata in questo senso, quando il problema del golf ancora non c’era. Ci siamo incontrati con Negroni. Lui ora dice “il sindaco mi ha promesso…” ma il sindaco promette in merito agli obiettivi, non sugli strumenti perché quelli non li decido io».
«La variante 8 doveva essere adottata nel settembre 2018. a novembre il dirigente all’urbanistica ha lasciato il comune. Il nuovo dirigente è arrivato a febbraio. A maggio ci sono state le elezioni e siccome c’era alcune osservazioni importante abbiamo rimandato a dopo le elezioni; poi c’è stato il riconteggio delle schede, il commissario, e infine il Covid. A quel punto, pur con qualche difficoltà, la variante poteva essere portata avanti, e abbiamo pensato di concentrarci sulla redazione del piano operativo e strutturale. E così la variante 8 si è fermata. La variante 9, che era più contenuta e semplice, è invece andata a buon fine».
Benini risponde anche all’accusa di aver portato in regione una richiesta con numeri e ampliamenti superiori a quelli richiesti. «Lo avevamo fatto per agevolarli. Abbiamo pensato che fosse più consono alle loro esigenze di sviluppo. La Regione ha chiesto ulteriori documenti e allora ci siamo fermati e siamo tornati indietro facendo richiesta rispetto a quelle che erano le esigenze espresse. La documentazione tecnica richiesta dalla Regione, però, sarebbe stata la stessa, in entrambi i casi non cambia a seconda dell’ampiezza dell’area da costruire. Non so perché Negroni abbia deciso di non mandate la documentazione tecnica richiesta dalla Regione. Questo avrebbe consentito, nel giro di poco, di ottenere il risultato e avere l’omologazione del Coni».
«All’inizio è stata una collaborazione positiva. Non basta chiamarsi con un certo nome per pensare di fare quel che ci pare».
In merito alla scelta di inserire la struttura in area rurale invece che in quella urbana Benini specifica: «Un aspetto che comunque l’amministrazione sta rivalutando. Ai fini della procedura autorizzativa non sarebbe cambiato nulla. I posti letto non possono essere comunque aumentati. Proprio il dirigente della Regione Iannella ha detto che “La presenza di un’attività sportiva come un campo sportivo o da golf non implica l’inclusione automatica nel perimetro urbanizzato”».
Infine la richiesta di poter usare le acque che vengono dal depuratore per innaffiare i campi da golf. A rispondere è il vicesindaco Andrea Pecorini: «Si tratta di un vecchio progetto, di una ventina di anni fa. I primi approcci progettuali che furono fatti richiedevano risorse veramente ingenti. Ora con l’Acquedotto del Fiora abbiano presentato progetti per un totale di 20 milioni di euro da finanziare con il Pnrr, tra cui 8,2 milioni per la nuova condotta che raccoglierebbe le acque depurate per portarle a giardini, resort e alla struttura del golf. Il progetto è stato inviato in Regione e vediamo se riusciamo ad intercettare questo finanziamento per costruire una condotta per il riuso dell’acqua».