GROSSETO – Il triatleta Guido Petrucci ad un passo dall’impresa al Tor de Geants 2022, massacrante trail running di 350 km con 3000 metri di dislivello e passaggi in quota di oltre 3000 mt. Il grossetano in forze al Triathlon Grosseto si è cimentato in questa gara non stop con 150 ore di tempo massimo e cancelli orari da rispettare, con partenza e arrivo a Courmayer e sei basi vita lungo il percorso, ovvero luoghi attrezzati per ospitare gli atleti di passaggio e punti di ristoro e controllo. È la gara più dura al mondo fra quelle di trail running, 50 paesi rappresentati e 1200 atleti al via.
Per Petrucci, tanti mesi di preparazione con giorni e notti passati nelle colline del grossetano, nonché escursioni sul monte Amiata ed anche numerose trasferte in Val d’Aosta sui luoghi di gara.
Ad assisterlo lungo il percorso la sua famiglia, ovvero Roberta Galgani e Alice Petrucci, più il collegamento da remoto con l’amico Massimo De Masi per aggiornamenti sui tempi di percorrenza e previsioni meteo, nonché sostegno morale.
Gara non facile per Guido, condizionato già al via da un dolore alla zona lombare e sensazioni non positive alle gambe al 50esimo chilometro. Prima grossa crisi al centesimo, passata con massaggi, tachipirina e due ore di sonno. Alla seconda base vita di Cogne, breve riposo e via per raggiungere la terza base vita di Donnas, tappa morbida per gli standard del tour nonostante il forte dislivello.
“A Donnas faccio un errore importante nella valutazione dei tempi di ripartenza – racconta l’alfiere del Triathlon Grosseto – e perdo un vantaggio in termini di ore. Infatti tra cura dei piedi che presentano vesciche, mangiare e riposo rimango fermo troppo tempo. Nel frattempo ritrovo un vecchio amico che avevo già trovato nel 2019 e proseguiamo insieme. La Donnas Gressoney è unanimemente riconosciuta come la più tosta del Tor. Ho i fantasmi in testa perché nel 2019 prima ancora di arrivare a Gressoney mi sono ritirato al ristoro Di Niel La Gruba. È un dejavu impressionante. Lascio il mio compagno di viaggio per cercare di recuperare il tempo perso e mi avvio di buon passo, mi sembra di stare bene ma la crisi incombe”.
L’ultimo passo al colle della Vecchia vede la discesa più massacrante che si possa immaginare, non c’è un metro di respiro, solo gradoni scivolosi rocce smosse e saliscendi fino alla fine. I dolori aumentano e il grossetano arriva stremato a Niel dove ad attenderlo c’è la sua famiglia e dopo un ragionamento sui tempi, decide di ritirarsi non senza un po’ di commozione, alle ore 16.30 di mercoledì 14 dopo 200 km percorsi e 150 ancora da fare.
“Stesso luogo e situazione del 2019 – ricorda Petrucci – ora comunque non è il caso di cercare alibi o giustificazioni per questo altro fallimento, semplicemente il mio fisico non è adatto per sopportare uno sforzo del genere. Ho visto tanti atleti con un fisico all’apparenza improbabile andare avanti come carri armati mentre io soffiavo come un mantice.
Peccato perché questa volta ci avevo creduto parecchio e avevo fatto le cose per bene ma è andata così, si chiude qui la mia storia con il Tor. Ringrazio la mia famiglia e tutti gli amici che mi hanno testimoniato la loro vicinanza e sostegno”.
La gara è stata poi sospesa nella notte di giovedì per una bufera di neve che si è abbattuta nell’ultima parte di gara, gli atleti ancora sul percorso sono stati fermati e accompagnati a valle da Guide Alpine, comunque segnati come finisher della gara.