GROSSETO – Doveva essere assunta come insegnate a tempo indeterminato a Grosseto, solo allora ha deciso di autodenunciarsi. Un’insegnate di religione originaria della Sicilia ha percepito per sette anni lo stipendio nonostante il suo incarico fosse scaduto da tempo. Così facendo la donna ha percepito la bellezza di 143 mila euro. L’insegnante è indagata per truffa aggravata. La donna, su indicazione della Curia vescovile di Palermo, aveva insegnato religione con un contratto di supplenza in due scuole siciliane.
A scadenza del rapporto di lavoro, però, per un errore, gli istituti scolastici non hanno comunicato alla direzione del tesoro la fine dell’incarico: per questo il centro elaborazione servizi che provvede alle erogazioni per i dipendenti della pubblica amministrazione, ha continuato a versarle lo stipendio. La donna ha però atteso l’assunzione tempo indeterminato in una scuola di Grosseto prima di denunciare la cosa.
Alla richiesta di restituire i soldi entro 30 giorni, però, ha risposto di essere disoccupata e di non potere fare fronte al debito. È scattata la denuncia. L’insegnante ha sostenuto di non essersi mai accorta dello stipendio intascato perché i soldi finivano su un conto cointestato al marito che ne avrebbe avuto la gestione esclusiva. Ma la tesi non ha convinto gli investigatori che hanno accertato che l’insegnante aveva fatto una serie di operazioni sul conto. Prima di ”autodenunciarsi”, inoltre, la donna avrebbe prosciugato il conto con una serie di diversi prelievi. Il PM ha disposto il sequestro delle quote di alcuni immobili della donna.