GROSSETO – Due operatrici Oss sono state riammesse alle loro mansioni nell’Asl Toscana Sud-Est dopo essere state sospese perché non vaccinate. A comunicarlo l’avvocato Paolo Serra che, insieme al collega Augusto Sinagra, ha assistito le due operatrici socio sanitarie.
«Dopo il provvedimento sono rimaste senza lavoro e stipendio da autunno dello scorso anno, ma dopo aver fatto ricorso il Tribunale di Siena le ha riammesse al lavoro, condannando l’azienda sanitaria al pagamento degli stipendi arretrati, gli interessi e le spese legali».
«Con due distinte ordinanze del 20 agosto 2022, il giudice del lavoro del Tribunale di Siena ha accolto integralmente i ricorsi promossi da due operatrici socio sanitarie contro l’azienda Usl Toscana Sud-Est. Le due Operatrici socio sanitarie erano state sospese dal lavoro e dalla retribuzione perché non avevano adempiuto all’obbligo della vaccinazione anti Sars-Cov 2 e rientreranno in servizio tra pochi giorni. Il Giudice di Siena ha accolto l’uno e l’altro ricorso ordinando alla Azienda Usl l’immediata riassunzione in servizio delle due ricorrenti, con obbligo di sottoposizione a tampone, secondo modalità e tempi stabiliti dall’amministrazione, e condannando l’Azienda Usl all’immediato pagamento delle retribuzioni non corrisposte».
«In particolare, nelle ordinanze di accoglimento, dato atto dell’irreparabile danno, sia personale che economico, cui sono sottoposti i lavoratori sospesi, si afferma in relazione alla ragionevolezza dell’obbligo vaccinale, quanto segue: “Ci parrebbe dunque alla data di oggi un dato oggettivo l’acquisizione del rilievo che la persona vaccinata può nuovamente essere contagiata e a sua volta contagiare, e che pertanto l’assolvimento dell’obbligo vaccinale – non in generale, in base a non condivisibile pregiudizio, ma a fronte dei vaccini sino ad oggi impiegati e alla specifica problematica sanitaria – ai fini della tutela cautelare sommaria probabilmente non possa costituire ragionevole fattore di discriminazione nell’accesso a qualsiasi professione”».