CASTIGLIONE DELLA PESCAIA – Qualche volta mi è capitato di sentirmi fuori posto a tal punto che ho avuto difficoltà a riconoscere chi mi pareva fosse la persona più vicina al mio sentire.
Una sensazione di smarrimento da spingermi a pizzicarmi per capire se fosse una fantasia o la realtà. Mi accadeva quando dovevo farmi le analisi del sangue
Chi sviene perde i sensi e dopo, una volta ripreso, si ricorda solo del mancamento, ma chi, come me, non sveniva viveva una lunga a volte lunghissima sensazione di vuoto cosciente. Una vera e propria tortura leggera che non ti faceva percepire appieno cosa accadesse intorno.
Quella volta però si trattava di subire un’operazione che era considerata indispensabile a sette anni: la tonsillectomia, molto di più di un semplice prelievo: come si diceva allora “mi dovevo fare le tonsille”.
La Rama partiva alle sette in punto e in cuor mio speravo di non fare in tempo a prenderla. Invece alla sette e trenta eravamo già a Marina di Grosseto.
Scendemmo al deposito di via Oberdan s Grosseto e a piedi, continuammo fino in via Don Manzoni alla clinica Francini e Fiornovelli
Ad accoglierci una levatrice giunonica con un camice a quadretti bianchi e celesti con qualche macchia rosso scura. Mi afferrò senza dire una parola e mi avvinghiò come se avesse dieci tentacoli. Ero incapace di qualsiasi movimento. Mamma mi guardava poco distante con occhi che forse volevano essere rassicuranti ma che io vedevo come preoccupati.
Apparve il professore vestito con un camice verde e con quella strana cosa in testa con lo specchio; mi aprì la bocca infilandomi uno strumento divaricatore e poi in un attimo un forte mal di gola improvviso con la sensazione di deglutire del sangue
Nella vaschetta di metallo, insieme al sangue, due pezzetti di carne giallastri. Mi aveva tolto le tonsille senza alcuna anestesia. Un’infermiera portò un gelato che non riuscii a deglutire
Alle tredici eravamo già sulla Rama per il viaggio di ritorno. Mamma mi teneva un fazzoletto davanti alla bocca.
La sensazione di mal di gola continuava ma era diventata sopportabile. La voce era completamente sparita.
Mamma diceva che ero stato un eroe ed io pensavo che finalmente avrei potuto rispondere “sì” alla domanda “ti sei fatto le tonsille?” E mi sarei atteggiato a grande eroe.
Non avevo versato una lacrima, ma solo perché mi ero sentito decisamente fuori posto come quando facevo le analisi del sangue ed avevo vissuto l’intervento in trance.