GROSSETO – Continua la grande solidarietà dimostrata dai maremmani nei confronti delle popolazioni vittime del disastro legato all’alluvione dei giorni scorsi. Per chi volesse contribuire Legambiente, che tutti i giorni è presente con un gruppo di volontari nelle zone alluvionate in stretto coordinamento con la protezione civile provinciale, ha organizzato un punto di raccolta di materiali e attrezzi, quali: spazzoloni, tiracqua, secchi, pale (di quelle da neve, piatte e larghe), spugne, stracci, stivali, guanti, lenzuola dismesse, cenci per pulire, detersivi e materiale di pulizia. Chiunque ha la possibilità di donare anche uno solo di questi oggetti può portarlo al Centro nazionale di Legambiente, a Rispescia, ogni giorno dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Per chi volesse donare fondi è possibile fare riferimento al conto corrente delle banche di credito cooperativo, quali Banca della Maremma, Credito Cooperativo di Grosseto, Banca di Credito Cooperativo di Pitigliano e Banca di Saturnia e Costa d’Argento Credito Cooperativo: IBAN: IT52T0885172322000000200894.
“Nelle zone maggiormente colpite – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – ho trovato tanta solidarietà e disponibilità per cercare di far rialzare la Maremma che è attualmente in ginocchio. Molti giovani, associazioni e protezione civile sono al fianco dei residenti per dare speranza e un concreto aiuto a chi ha perso tutto. Si interviene con tutti i mezzi: dalle pompe ai secchi, dalle pale alle scope per togliere il fango che ha invaso le abitazioni, le imprese commerciali e le aziende agricole.
Sono fortemente necessari fondi per supplire all’emergenza e occorre poter andare in deroga dal patto di stabilità e organizzare al meglio tutti gli interventi utili nell’immediato. Nello stesso tempo, occorre attuare una strategia che punti con forza a destinare risorse economiche ingenti alla più grande opera pubblica che si può realizzare: la prevenzione e la mitigazione dal rischio idraulico. Proprio per questo Legambiente ha proposto di stralciare risorse economiche da grandi opere inutili (a partire dal ponte sullo stretto), per indirizzarle proprio all’interno di un percorso che preveda una strategia complessa e articolata di prevenzione dal rischio idraulico e di manutenzione dei territori.
Inoltre, è necessario bloccare senza esitazione ogni intervento urbanistico previsto in aree a rischio idraulico e in aree che hanno subito l’esondazione dei giorni scorsi.
Non si può, infatti, continuare a costruire case e strutture troppo vicine agli argini dei fiumi, in quanto il rischio di alluvione e di eventi così potenti e incisivi, legati ai cambiamenti climatici, è molto maggiore oggi in termini di intensità e di frequenza. Anche le aree di Grosseto – conclude Angelo Gentili – costruite nella parte destra della città, troppo vicine agli argini del fiume, rappresentano, come si sa, un fortissimo rischio per quanto riguarda la possibilità di gravi danni legati all’esondazione. Di fatti era pronto un piano di evacuazione, che sarebbe stato attuato se il mare non avesse ricevuto grandi quantità di acqua come ha fatto”.