ORBETELLO – Dopo essersi lasciati alle spalle la Pandemia e tutte le limitazioni che hanno reso impossibile ogni interazione fra le persone e ancor meno coltivare le relazioni con il tessuto produttivo locale, la nostra Associazione riparte “percorrendo i territori” e rilanciando il messaggio culturale del cibo buono, pulito e giusto per tutti che è divenuto ormai un concetto condiviso a livello globale. Ovviamente a ciascuna Condotta compete “percorrere il proprio territorio” e questo lo si può fare tanto meglio se non si è da soli.
“La Condotta di Orbetello è da sempre impegnata per creare relazioni e agevolare collaborazioni – afferma la fiduciaria Corinna Vicenzi – e lo abbiamo fatto anche durante il periodo della pandemia cercando di stare vicini a produttori e consumatori locali (noi preferiamo chiamarli sempre co–produttori) organizzando un sistema di fornitura e distribuzione “a domicilio” per piccoli gruppi di acquisto potendo contare su un gruppo di produttori dinamici e intraprendenti. A partire dall’Assemblea di marzo abbiamo ripreso il percorso per la valorizzazione delle eccellenze del nostro territorio, che comprende il promontorio dell’Argentario, Orbetello e il suo entroterra fino al comune di Manciano, oltre al comune di Capalbio. Ci è parso naturale ripartire proprio dal progetto simbolo della nostra Associazione, ovvero i Presidi Slow Food, sull’idea della valorizzazione delle produzioni tipiche della Maremma, grazie alla reciproca consapevolezza di vivere in un territorio ricco di biodiversità da tutelare e valorizzare”.
“La Maremma è ricca di tutto questo – prosegue Massimo Bernacchini, delegato per la Condotta a seguire questi progetti – ed il percorso realizzato negli ultimi anni sull’intero territorio Maremmano ha evidenziato proprio come attivare questi percorsi di valorizzazione sia solo una questione di metodo di approccio; questi progetti hanno la prerogativa di attivare situazioni esistenti e che languono a causa della sottovalutazione collettiva, insomma vengono dati per scontati quando invece così scontati non sono”.
“Occorre una grande forza da parte dei produttori direttamente interessati, la presenza di eventuali partner locali ed ovviamente il forte impulso delle Istituzioni locali che sono il legittimo collante del messaggio da lanciare: in questi casi Slow Food funge da agevolatore fra questi soggetti e li accompagna verso la condivisione del percorso e verso l’alleanza comune per raggiungere l’obiettivo, dando conseguentemente vita a quella rete locale che dà forza al nostro progetto di Terra Madre”.
“Se tutto andrà per il verso giusto avremo fatto un ulteriore piccolo passo per dare valore aggiunto ed attrattiva al nostro magnifico territorio, questo grazie alla valorizzazione delle tradizioni esistenti e fortemente radicate” prosegue Slow food.
Si riparte con forza quindi con una azione che vede coinvolto il territorio compreso fra i Comuni di Orbetello e Monte Argentario, in un progetto estremamente attuale e che si pone l’obiettivo di valorizzare un prodotto semplice ma identitario: La Schiaccia all’Acciughe.
Recuperare spunti di riferimento per questo prodotto da forno non è semplice; è compreso fra i prodotti censiti presso l’elenco dei Prodotti Tipici della Regione Toscana fra le Schiacciate Grossetane, ma indicato come tipico particolarmente dell’area Orbetellana. Sui testi locali non c’è molto in quanto questa preparazione da forno è legata alla tradizione
povera della preparazione e della cottura del pane in casa: nelle operazioni preliminari alla cottura del pane nei forni esterni alle abitazioni, dopo aver accuratamente acceso il fuoco e riscaldato il forno con le “fascine” per portarlo alla temperatura adatta per la cottura del pane, si preparava appunto con lo stesso impasto del pane la “schiaccia” per saggiare il
grado di temperatura.
Si preparava quella con il pomodoro ma la più diffusa a Orbetello e Porto Ercole era quella alle acciughe; si utilizzava cipolla bionda più dolce che si sposava al meglio con le acciughe salate, poi il tutto veniva ricoperto e messo in forno. In seguito si sono poi aggiunto il pepe (per chi ce l’aveva) e per chi non aveva a disposizione le acciughe salate (più costose), nella stagione della pesca si usavano direttamente le acciughe fresche con aggiunta di sale prima della cottura.
Si tratta esclusivamente di tradizione orale, per la quale ancora è necessario approfondire con tutti coloro che potremo intervistare: anziani o che hanno memoria di questa preparazione. Al momento, come sempre, stiamo collaborando con il Circolo Culturale “G.Mariotti” di Orbetello e le Amministrazioni Comunali di Orbetello e Monte Argentario che da subito hanno sposato questa idea, ma l’intenzione è di approfondire meglio queste informazioni con tutti quelli che hanno da fornire storie e racconti di anziani parenti, molto utili per supportare al meglio il progetto.
Procediamo quindi con il primo passo, un incontro con tutti gli artigiani del territorio, in modo da conoscerci e iniziare insieme questo percorso