GROSSETO – Stagione conclusa da una settimana per l’Atlante Grosseto, con due grandi risultati mancati per un soffio. Al termine di un campionato contro rivali quasi tutte laziali, i maremmani hanno fatto registrare un secondo posto in Coppa Italia, dopo la finale persa con lo Sporting Hornets, già leader in campionato, e il sesto posto in classifica appena fuori dai playoff. Non è bastata infatti la goleada a due cifre alla cenerentola Domus Chia per strappare l’ultimo biglietto per la postseason: in una graduatoria molto corta e a tratti claustrofobica, i 32 punti finali ex equo con il Città di Anzio non hanno giovato ai grossetani, battuti dai biancocelesti sia all’andata che al ritorno e quindi, alla resa dei conti, peggio classificati.
Tutto questo nonostante il team del presidente Tonelli possa vantare la terza miglior difesa e un attacco non inferiore proprio rispetto alla mattatrice Hornets, a dispetto di una rosa giovane, con tanti Under impiegati di continuo e con riposo limitato. “Sono molto soddisfatto dei miei giovani – ha sempre sostenuto il dirigente responsabile tecnico Alessandro Izzo – sono state gettate alcune basi per il futuro. Sono ragazzi perbene, seri, genuini. Se regna delusione o soddisfazione dopo quest’annata? Siamo consapevoli di aver lavorato bene, di essere stati continui nelle prestazioni e di aver affrontato in modo geniale le difficoltà che ci hanno ostacolato. Siamo sempre stati in zona play off, è mancato pochissimo per passare. Il cambio di regolamento a otto giorni dalla fine della regular season ci ha condannati. Dico solo bravi ai ragazzi”.
A complicare la vita alla società biancorossa, come del resto a tutto il calcio a 5, è la nuova riforma sugli stranieri. “Sono molto dispiaciuto – continua Izzo – I ragazzi non italiani rappresentano un valore aggiunto e li reputo fondamentali per la crescita dei locali. Alcuni errori sono stati fatti, ma è una riforma troppo celere sia nei modi, sia nei tempi. Grosseto è fortemente penalizzata poiché geograficamente è situata molto male, qui gli italiani sono solo di passaggio,l ocali esclusi ovviamente. Il vero problema sono le strutture, alla prima giornata ad esempio due dei miei ragazzi sono finiti all’ospedale poiché le sbarre di acciaio erano veramente troppo vicino al campo e sicuramente la colpa non era degli avversari ma della struttura in essere. E’ inammissibile. Ho osservato campi da gioco con bolle, oppure con dimensioni molto piccole. Altro grosso problema è la mancanza di corsi per dirigenti e allenatori soprattutto nella nostra regione.
Credo che prima di pensare ai ragazzi non italiani, ci sia tanto da risolvere.
Fra le soddisfazioni del dirigente piombinese c’è il miglior piazzamento rispetto a dodici mesi fa, che sciorina numeri a getto continuo: “Lo avevo promesso e così è stato. L’anno scorso abbiamo concluso con una media punti di 1.23, media gol fatti 3.58 e media gol subiti 4.5, mentre in questa stagione media punti 1.60, media gol fatti 4.35, media di quelli subiti 3.4. La percentuale di gare vinte nella stagione precedente ammonta al 32%, quest’anno al 50%. Direi che i numeri parlano di miglioramenti evidenti, giudicate voi. Se il mio futuro è qui? Ho incontri determinanti con i vertici societari, entro un mese dovrei riuscire a comunicarlo”.