SCARLINO – Il Comune di Scarlino ha ottenuto 8mila euro dalla Fondazione CR Firenze per il progetto “L’oro della comunità: il Tesoro della Rocca di Scarlino”.
Il finanziamento servirà a ridare nuova vita alle 100 monete d’oro custodite oggi in una teca del Centro di documentazione del territorio “Riccardo Francovich” nel centro urbano capoluogo. Manca infatti un impianto didascalico adeguato che restituisca la storia e il senso di quel tesoretto, nascosto durante l’assedio di Piombino da parte di Alfonso d’Aragona nel 1447, nella nicchia della chiesa, per timore che il giovane Stato degli Appiani cadesse in mano nemica.
Il tesoro rappresenta il capolavoro del museo: renderne accessibile la storia significa aprire un varco alla conoscenza di tutta l’esposizione e del territorio. Il finanziamento sarà utilizzato per realizzare una narrazione multimediale, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni, e non solo.
L’obiettivo è anche quello di aumentare il pubblico del museo, facendo rientrare la struttura nell’offerta turistica territoriale. Lo storytelling sulle monete legherà la storia di Scarlino ad altre realtà vicine, così da accrescere la connessione tra i vari patrimoni locali. Il Centro di documentazione del territorio “Riccardo Francovich”, “porta” del Geoparco Unesco delle Colline metallifere grossetane, è stato istituito nel 1991 dal Comune di Scarlino per conservare, documentare e valorizzare l’esperienza e i risultati delle ricerche archeologiche fatte alla Rocca pisana dal 1979 al 1983, sotto la direzione di Riccardo Francovich.
Le indagini, che gettarono le basi dell’archeologia medievale in Italia, hanno riportato alla luce numerose strutture murarie e reperti archeologici, alcuni dei quali sono oggi esposti al pubblico. Il museo si trova negli spazi a piano terra del Palazzo comunale, nel centro storico di Scarlino, lungo la strada che conduce al colle dove si trovano la Rocca pisana e i resti dell’antica chiesa castellana.
«Il nostro obiettivo è porre al centro dei processi di valorizzazione la comunità e la storia del territorio, rendendo accessibili a tutti le tracce del proprio passato – spiega l’assessore alla Cultura, Michele Bianchi –. Al Centro di documentazione oggi non è così: il Tesoro della Rocca è custodito in una teca senza un adeguato apparato didascalico che restituisca la storia e il senso di quel tesoretto e che non risponde alle moderne esigenze di conservazione e di piena fruizione. La vocazione turistica del nostro territorio attualmente è prettamente balneare: il ricco patrimonio storico-culturale, infatti, seppur strategicamente importante, è relegato a un semplice sfondo nel paesaggio. È necessario avviare processi di valorizzazione attraverso azioni che coinvolgano l’intera cittadinanza e il tessuto produttivo, con lo scopo di incrementare il valore percepito del patrimonio culturale e gli impatti economici diretti e indiretti che tale processo può generare sul territorio. Agendo sul settore culturale si definiscono le relazioni tra le varie dimensioni sociali coinvolgendo anche il settore privato di prossimità, i comparti industriale e turistico per costruire collaborazioni continuative tra tutti gli stakeholders».