GROSSETO – La divisione polizia amministrativa e sociale della Questura di Grosseto ha avviato da tempo una serie di controlli degli operatori della vigilanza privata per verificarne i requisiti tecnici ed organizzativi e per evitare l’abusiva fornitura di servizi riservati a soggetti e società operanti in condizioni di legalità.
Le verifiche hanno riguardato le sedi delle società, i mezzi in dotazione, i locali di intrattenimento, gli esercizi commerciali e le attività produttive di media e grande distribuzione. Sono state registrate e sanzionate forme di abusivismo tra le varie figure professionali, mentre alcuni soggetti svolgevano attività di controllo dinamico utilizzando segni distintivi con scritte “security”, pur non avendone titolo.
«Il tema è molto delicato – spiega la Questura – perché affidarsi a soggetti senza la giusta professionalità potrebbe comportare maggiori rischi proprio verso i beni e le strutture per le quali si chiede invece maggior tutela. Infatti, la vigilanza e la custodia della proprietà mobiliare e immobiliare può essere svolta solo da guardie giurate o dagli istituti di vigilanza privata, in possesso di adeguata e specifica preparazione. Costituiscono un vero e proprio deterrente alla commissione di reati, potendo svolgere anche regolari pattugliamenti nelle aree assegnate in uniforme ed armati, o utilizzare sistemi di videosorveglianza, al fine di inviare prontamente, in caso di necessità, segnalazioni alle forze di polizia competenti».
«Diverso è il caso degli addetti ai servizi di controllo di spettacoli ed intrattenimenti – prosegue la Questura -, più comunemente conosciuti come “buttafuori”, che operano nei locali pubblici, nei pubblici esercizi e nei luoghi aperti al pubblico, dove si effettuano attività di intrattenimento, con lo scopo di verificare la sicurezza preliminare dei luoghi, controllare l’accesso del pubblico, regolamentare i flussi secondo la capienza consentita, controllare visivamente le persone. Sono riconoscibili perché devono esporre un tesserino con il nome e l’agenzia da cui dipendono».
«In questo settore l’abusivismo è più diffuso – secondo i dati della Questura – perché vengono usate figure “alternative” quali addetto al servizio antincendio, addetto alla safety o al primo soccorso, all’accoglienza che atteggiandosi a “buttafuori” indossano auricolari e abbigliamento identico agli addetti regolari e, come loro, operano nei punti più delicati dei locali a contatto col pubblico comunicando mediante apparati radio. Così facendo i proprietari dei locali, affidandosi, anche inconsapevolmente, a personale non in regola, violano le norme imposte dalle autorità (uscite di sicurezza, numero di avventori oltre la capienza consentita) aumentando il pericolo per gli stessi clienti. Il tentativo di impiegare personale non autorizzato o non adeguato amplifica poi il danno economico alle società in regola, che forniscono invece un lodevole contributo nel settore della sicurezza sussidiaria e privata».
«L’abusivismo comporta la distorsione del mercato in tutto il settore, ad esempio con la presentazione di preventivi al ribasso a discapito della qualità, della formazione e dell’addestramento.
durante i controlli, come detto, sono stati inoltre trovati soggetti intenti a svolgere prestazioni di vigilanza di beni, pur essendo meri “portieri”».
«È importante distinguere queste attività perché mentre le precedenti figure professionali sono sottoposte ad un controllo preventivo ed a autorizzazioni delle pubbliche autorità, l’attività di portierato tratta solo tipologie di servizi di manutenzione di edifici che il proprietario affida a un operatore economico mediante stipula di un contratto di global service. Sono compiti che si traducono ad esempio nel monitoraggio e nell’ispezione degli impianti dell’edificio, nel registrare i visitatori, nel controllare la chiusura dei cancelli e delle altre vie di accesso allo stabile».
«Chi assume un portiere quindi non può chiedergli un intervento diretto e attivo a tutela del proprio bene ma solo una guardiania passiva. La polizia di stato consiglia per chi voglia far ricorso a servizi di vigilanza del proprio patrimonio o, in previsione della imminente stagione estiva e del naturale moltiplicarsi di eventi pubblici e di intrattenimento, voglia utilizzare servizi di sicurezza complementare, di avere chiaro il ruolo e i confini dell’operatore economico a cui si rivolge o che offre servizi privati».
«La divisione polizia amministrativa della Questura intensificherà i servizi per prevenire irregolarità ed è a disposizione per approfondire le tematiche, attraverso un dialogo attivo, di corretta informazione con gli attori locali di questo specifico comparto lavorativo, che va tutelato in sinergia con le associazioni di categoria dalle forme abusive, nell’ottica di un concetto più ampio che sottende al principio della sicurezza integrata».