GROSSETO – Omogenizzati, latte, pasta e riso. Bende e medicinali, e poi trapunte, e coperte, tante coperte. Un intero furgone. Abiti. Da bambini da adulti. Divisi per età, con sopra alle scatole la scritta del contenuto in italiano e ucraino. Scarpe e giacconi caldi per gli uomini. Pannolini, traverse, cotone idrofilo, lacci emostatici, antidolorifici. 500 scatole piene di tutto.
Tre furgoni della Misericordia stracolmi. Ma la chiesa è ancora piena e la roba continua ad arrivare. Dopo la pausa pranzo i cittadini portano ancora piumoni e vestiti, «Ho un giaccone caldo, un montone, a chi lo do?» chiede una donna.
Don Marco Gentile, parroco dell’Addolorata, si guarda intorno «faremo un altro viaggio, un altro giorno». Poi la notizia: «Arriva il camion di Nomadelfia!» e subito tutti ricominciano ad inscatolare, a imbustare, a scrivere.
Un giovane volontario esce fuori da un “fortino” fatto si scatoloni «I pannolini per bambini sono qui, chi li cercava?».
Don Vitaly Perih, cappellano degli ucraini cattolici a Grosseto, da indicazioni per la strada da fare: «Arrivate a Roma e poi andate qui» afferma scrivendo l’indirizzo su un foglietto.
«La mia famiglia è tutta qui a Grosseto – racconta Irene – mia nonna, 84 anni, era venuta a trovarci per Natale e non è più ripartita, ma i miei amici sono ancora in Ucraina e siamo preoccupati».
«Stiamo raccogliendo tantissimo materiale soprattutto per i bambini ma anche sanitario – spiega don Paolo Gentili vicario generale della diocesi di Grosseto -. tutto andrà all’esarcato ucraino a Roma e da qui partiranno catene di camion. Tutto arriverà a destinazione».
Appena arrivati i furgoni parte la catena umana: le scatole passano di mano in mano, una catena di speranza, diversa da quella delle bombe molotov vista nei giorni scorsi sui giornali. Sacchi pressati nei furgoncini, ben divisi. Ma non finisce qui. La raccolta continua e continua anche la gara d solidarietà: in tanti si sono offerti di ospitare i profughi in arrivo.
«In principio verranno raccolti tutti assieme, in un unico luogo, e poi verranno smistati nelle famiglie» afferma don Vitaly.
«Ogni grossetano che ha portato qualcosa ci ha donato un piccolo pezzetto del suo cuore che manderemo in Ucraina» racconta Oksana che da questa mattina alle 8 chiude scatola alla parrocchia dell’Addolorata. «Non mi aspettavo tutta questa solidarietà».
La Caritas dell’Esarcato apostolico degli ucraini greco-cattolici sottolinea che c’è ancora bisogno di medicinali (per medicazioni, antipiretici, antidolorifici, antinfiammatori, ghiaccio, bende…); alimenti per bambini; pannolini; prodotti per l’igiene (saponi, assorbenti, dentifrici…); coperte. Per il momento non i vestiti, ma solo intimo (nuovo)