ROMA – Anche il quinto scrutinio è andato a vuoto e la candidatura di Elisabetta Alberti Casellati, attuale presidente del senato, cade sotto la scure dell’astensione e dei franchi tiratori (almeno una settantina).
I numeri sono evidenti: 406 astensioni (Partito democratico, Movimento cinque stelle, Italia viva e Leu), 382 voti per Casellati, 46 Mattarella e 38 Di Matteo. Si ricordano poi 11 bianche e, tra i tanti, 15 voti tra Berlusconi (8) e Tajani (7).
Perché siamo arrivati a questo punto? Perché il centrodestra (a trazione Matteo Salvini) fa cadere così rovinosamente nell’agone del Parlamento la seconda carica dello Stato? E badate bene: fin dal principio era noto che la Casellati non ce l’avrebbe fatta.
Non regge, anche questo va ammesso, il ragionamento (denuncia) proveniente da destra, parafrasando: “Abbiamo candidato una figura super partes, in quanto presidente del senato, ma il centrosinistra continua a bocciare ogni nostra proposta”.
A questo punto le ipotesi sono due: o il centrodestra non sa contare (e ovviamente non è una via praticabile) oppure era un’operazione che ne copriva un’altra? Magari proprio quella relativa a Mario Draghi?
Appuntamento alle 17.00 di oggi, quando si procederà al sesto scrutinio.