La riorganizzazione prevede un portalettere in meno e nessuna consegna a domicilio il sabato
di Annalisa Mastellone
Gavorrano – Un postino in meno e nessuna consegna a domicilio il sabato. Ampiamente annunciato nei mesi scorsi, lunedì è partito a Gavorrano il piano di riorganizzazione che Poste italiane sta avviando in questi giorni in tutta la provincia di Grosseto, dove entro fine mese verranno tagliati in tutto 18 portalettere. Un ridimensionamento di personale che nel paese minerario ridurrà da 7 a 6 i portalettere che da questa settimana saranno operativi su tutto il territorio gavorranese. I sei postini faranno consegna a domicilio 5 giorni a settimana e non più 6, dal lunedì al venerdì escluso il sabato, dalle 8 alle 15:30. Si riducono così da sette a sei le zone in cui ciascun addetto smistava la corrispondenza, e quella scoperta dal taglio è stata ‘spalmata’ su due. Questo significa che, con un portalettere in meno, lavoreranno di più i colleghi rimanenti, che devono coprire tutte le dieci frazioni di Gavorrano, estese chilometri, con turni che diventano più lunghi di 1 ora e 12 minuti in più rispetto a quando erano in sette. E soltanto un quarto d’ora per la pausa pranzo, che spesso conviene consumare tra una consegna e l’altra, per non perdere tempo visti i giri da fare. Condizioni di lavoro senza dubbio difficili, che penalizzano ulteriormente un servizio che in paese è già da tempo poco efficiente, come testimoniato dalle continue proteste di cittadini nei mesi scorsi, stufi di trovare vuote le cassette della posta per giorni, a causa della carenza di personale in dotazione all’ufficio del capoluogo – ora accorpato alla sede postale di Follonica – dunque già in affanno prima dell’ennesima riorganizzazione di Poste italiane.
«Siamo ormai “abituati” a ricevere la posta “a singhiozzo” – ha detto un residente del Filare, dove il disservizio ha raggiunto l’apice durante l’estate scorsa, quando la corrispondenza non veniva consegnata per settimane – e ora con questa nuova riorganizzazione le poste andranno a funzionare sempre peggio. Già prima, con sette postini, il servizio era al collasso, figuriamoci ora con un postino in meno. La corrispondenza mi arriva tuttora due o tre volte a settimana, ma qualcuno aspetta addirittura giorni. Questo succede più o meno in tutte le località del comune. Noi cittadini siamo consapevoli che non è colpa dei portalettere, troppo pochi per un paese esteso come il nostro. Vanno sempre di corsa dividendosi le frazioni, macinano chilometri sotto la pioggia o il sole battente per portare garantire alla meglio il servizio, ma non ce la fanno e non si lamentano. Ora ho saputo che di sabato non lavorano: gli hanno dato lo “zuccherino” ma in compenso devono lavorare più ore dal lunedì al venerdì. Allora io mi chiedo: come e chi garantirà la consegna a domicilio anche di sabato? Poste italiane dove prenderà altri impiegati per coprire quel giorno, se sono anni che continuano a tagliare personale? Questi sono gli effetti delle privatizzazioni: un servizio pubblico non deve dipendere dalla logica del guadagno. Tanto poi – conclude il residente – le conseguenze, pesanti, le pagano i dipendenti, e noi cittadini per la pessima qualità del servizio offerto».