FOLLONICA – «Da molti decenni siamo abituati a scelte politiche che delocalizzano le aziende, privatizzano i servizi, tagliano le tasse ai ricchi e deregolamentano molti settori economici. Questa tendenza sta continuando a livello nazionale, visto che il governo Draghi prosegue lo stesso percorso di neoliberismo seguito negli ultimi 30 anni in Italia. È con orgoglio, dunque, che segnaliamo un cambiamento di direzione a Follonica».
Così il partito Rifondazione comunista della città del Golfo in una nota stampa.
«Per la prima volta da decenni – affermano -, il pubblico smette di ritirarsi e torna a essere protagonista come presenza sociale sul territorio. L’acquisto del fondo del negozio numero 1 della farmacia in via Litoranea è il giusto compimento di un percorso iniziato ormai quasi 50 anni fa. Cioè quando l’amministrazione comunale fondò l’azienda farmaceutica municipale. Non è stato facile mantenere pubblica la proprietà, perché in altre città, come a Grosseto, le farmacie sono state privatizzate, completamente o parzialmente. La scelta della privatizzazione, nel lungo periodo, si è rivelata un errore. Infatti, se nel breve periodo la vendita fece arrivare nelle casse comunali un discreto introito; nel lungo periodo ha fatto venir meno quell’utile annuo che, a Follonica, destiniamo per statuto ad attività sociali. Quindi, da sempre, ci opponiamo alle proposte di privatizzazione che provenivano dalle destre, e non solo. Riconosciamo alle amministrazioni passate, e in particolare quella dell’allora sindaca Eleonora Baldi, di essere state lungimiranti, quando nel 2010 decisero di aprire un nuovo negozio in via del Cassarello. Da allora gli utili dell’Azienda Farmaceutica sono cresciuti sensibilmente, raggiungendo una cifra annua tra i 100 e 150mila euro. Questo ha consentito di finanziare progetti sociali, come: il bonus bebè, i progetti del centro antiviolenza, l’educativa scolastica, l’emergenza abitativa, il bonus per le bici elettriche, l’emporio di solidarietà, etc».
«Già nel 2017 – proseguono – l’amministrazione Benini aveva deciso di rafforzare ulteriore il presidio farmaceutico pubblico sul territorio. A fine 2018 la delibera di acquisto del fondo era pronta ma l’iter venne interrotto bruscamente perché i consiglieri di maggioranza De Luca e Aquino si opposero. Giustamente quei consiglieri sono successivamente passati a destra, sostenendo al ballottaggio di settembre 2020 la candidatura di Massimo Di Giacinto. In quel modo hanno trovato una collocazione coerente con le loro idee. Invece, noi di Rifondazione Comunista, abbiamo voluto premiare le scelte dell’amministrazione e abbiamo costruito la lista Follonica a Sinistra per Andrea Benini, inserendo nel programma comune anche il rafforzamento del patrimonio pubblico. E l’acquisto del fondo ne rappresenta sicuramente un tassello fondamentale».
«Complessivamente – aggiungono -, questa operazione si somma ad altre recenti scelte che qualificano l’amministrazione Benini a sinistra. Ricordiamo: la tariffazione diversa tra prime e seconde case per la Tari, l’introduzione dell’imposta di soggiorno per i turisti nelle case private (che prima utilizzavano le risorse comunali, come strade, marciapiedi, verde pubblico, senza contribuire), etc. Presto aumenteremo anche il personale dell’ente di circa il 10%.
In ogni caso, anche da un punto si vista imprenditoriale, l’acquisto della farmacia è un’operazione intelligente e solida. Considerando l’affitto di 2.500€ mensili, con un mutuo di 15 anni sul 75% del valore con una rata mensile di uguale importo dell’affitto attuale, l’Azienda Farmaceutica concluderà il percorso con un risparmio pari a 30mila euro sull’affitto annuo. Tra 15 anni, dunque, questi 30mila euro andranno così ad aggiungersi agli utili, che oscillano annualmente tra i 100mila e i 150mila euro».
«Concludiamo dunque criticando l’atteggiamento ideologico delle destre. Già in passato, le destre volevano vendere la farmacia comunale e oggi non hanno votato a favore dell’operazione. Ma questa contrarietà oggi non può essere motivata da ragioni economiche, ma da vere e proprie ragioni ideologiche. I follonichesi possono stare tranquilli: noi staremo sempre dall’altra parte rispetto a chi vuol ridurre il settore pubblico e ridurre la presenza dei servizi sociali sul territorio».