GROSSETO – “La segnalazione di Federfarma sulla distribuzione per conto e diretta dei farmaci attraverso le farmacie ospedaliere spinge sicuramente ad una riflessione, anche collegata ai disagi che queste possono comportare per chi vive lontano dagli ospedali”, afferma il consigliere della Lega e vicepresidente della Commissione Sanità Andrea Ulmi.
“In province vaste, ma scarsamente abitate come quella di Grosseto e altre della Toscana, o particolari per la loro conformazione geografica, tipo quelle con numerosi comuni montani – sostiene Ulmi -, l’eccessivo ricorso alla distribuzione dei medicinali passando per la farmacia ospedaliera crea più di un problema, quando si potrebbe meglio sfruttare la rete di farmacie territoriali, che continuano a rappresentare dei veri e propri avamposti per la tutela della salute”.
“Se la distribuzione diretta avviene solo tramite la farmacia dell’ospedale, dunque costringe il cittadino a recarsi nel presidio più vicino, quella per conto vede invece entrare in gioco la rete farmaceutica, essendo la singola farmacia del territorio a richiedere il farmaco in ospedale. In Toscana il costo del cosiddetto ‘cut off’ – afferma Ulmi -, cioè quello sotto il quale il farmaco esce dalla rete di distribuzione ospedaliera e va direttamente in quella territoriale, è molto più basso della media nazionale. Che un farmaco particolare e molto costoso venga gestito direttamente dal presidio è comprensibile, ma oggi la distribuzione per conto è scesa ad un prezzo medio di 13 euro nella nostra Regione contro quello nazionale di 26, con tutte le problematiche del caso”.
“Ad esempio, gli orari della farmacia ospedaliera – afferma -. Pensiamo ad un paziente che viene dimesso dall’ospedale, o termina una visita specialistica il sabato o a tarda ora, magari con la prescrizione di un medicinale salvavita, e trova la farmacia ospedaliera chiusa. Recandosi in quella territoriale, che deve comunque rivolgersi a quella dell’Ospedale, non lo riceverà prima del lunedì o del giorno successivo. Se i farmaci fossero nella disponibilità della rete farmaceutica, il paziente potrebbe immediatamente ricevere la medicina. Questo senza dimenticare il numero di viaggi da fare tra l’ordinazione ed il ritiro. Disagi che crescono, per chi vive lontano, se deve recarsi direttamente in ospedale nel caso della distribuzione diretta. A giustificare questa scelta è il minor costo del farmaco, soprattutto per l’assenza del ticket, se distribuito attraverso gli Ospedali”.
Da qui le domande del vicepresidente Ulmi all’assessore Bezzini: “se la situazione oggetto della segnalazione di Federfarma sia stata puntualmente verificata e quale sia stato l’esito della verifica e le eventuali azioni da parte della Regione Toscana; quando è previsto il rinnovo dell’Accordo di collaborazione tra Regione Toscana, Unione Regionale Toscana Farmacisti Titolari e la Confederazione italiana servizi pubblici Enti locali Toscana per la distribuzione diretta dei medicinali; se la Regione pensa di rivedere il sistema di distribuzione diretta, aumentando la fascia di prezzo per cui certi medicinali possono rientrare della Distribuzione per Conto; quali sono i costi derivanti dalla distribuzione diretta e quali dalla distribuzione in farmacia, e a quanto ammonta il mancato gettito per le Asl in riferimento alla non applicazione del ticket sui farmaci in distribuzione diretta”.