GROSSETO – “I dati di Grosseto devono far riflettere”, così Angelo Gentili della Segreteria nazionale di Legambiente commenta i risultati di Ecosistema urbano 2021, il rapporto realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore che fotografa le performance ambientali dei 105 capoluoghi di provincia, in Grosseto è crollato alla 95esima posizione.
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“In linea di massima, il nostro Paese è fermo e, in alcuni casi, fa qualche passo indietro – afferma Gentili -. La pandemia senza alcun dubbio ha complicato particolarmente le cose, al netto di alcuni sporadici miglioramenti. Per quanto riguarda Grosseto, i dati devono far riflettere. La retrocessione al 95esimo posto è certo dovuta anche alla scalata in classifica da parte di altre città che hanno registrato risultati particolarmente rilevanti, ma anche alla necessità di un impegno ancora più grande di quello già profuso. Basti pensare, ad esempio, agli importanti risultati raggiunti grazie alle piste ciclabili realizzate, alla realizzazione di isole pedonali e al grande lavoro messo a punto sull’illuminazione”.
“Il dato relativo al PM10 (polveri sottili) è indubbiamente preoccupante – prosegue -. I dati relativi alle emissioni di biossido di azoto e ozono lo sono meno, ma sono comunque da attenzionare. Sul traffico cittadino c’è poi da intervenire, mettendo in atto politiche finalizzate a diminuire il numero delle auto circolanti e a estendere le ZTL, aumentare le zone 30 e incentivare il trasporto pubblico urbano, purtroppo evidentemente troppo poco utilizzato. Restando in tema di mobilità sostenibile, deve essere fatto uno sforzo in più rispetto ai postivi risultati raggiunti, per incentivare quella su due ruote, mettendo al sicuro i ciclisti. E poi più aree verdi cittadine, più alberi nelle aree pubbliche, meno dispersione idrica che rappresenta una problematica ormai cronicamente presente, più raccolta differenziata dei rifiuti”.
“Nei prossimi mesi – aggiunge Gentili -, Grosseto deve ripartire da qui per migliorare i percorsi virtuosi già in atto e per ottenere un bilancio in attivo in fatto di sostenibilità. Di certo, con il Pnrr si apre una possibilità per invertire la rotta: i bandi pubblicati dai ministeri per l’assegnazione di risorse da destinare alla differenziata, alla nuova mobilità, alla forestazione urbana, al ciclo integrato delle acque saranno strategici e cruciali. Essenziale sarà la capacità degli uffici tecnici delle città di sottoporre progetti adeguati che rispettino i criteri ambientali stringenti imposti dall’Ue, ma anche un loro affiancamento da parte di strutture tecniche pubbliche centrali, per sopperire alla carenza cronica di personale delle amministrazioni locali”.
“Il report, pubblicato sul Sole 24 Ore di oggi, prende in considerazione 105 capoluoghi e tiene conto di 18 indicatori riguardanti sei componenti (aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia) per stilare una classifica delle performance ambientali delle città: a fronte di un punteggio massimo teorico di 100, la media percentuale totalizzata dai centri urbani nel 2020 rimane ferma al 53,05%, identica a quella della scorsa edizione”, conclude il responsabile di Legambiente.