BRACCAGNI – Secondo lutto a Braccagni in soli due giorni. Il paese si trova di nuovo a piangere la scomparsa di un concittadino. Dopo Santi Cherubini a lasciarci è stato Ettore Pimpinelli. Pimpinelli, piccolo imprenditore edile, era molto conosciuto in paese.
«Ettore Pimpinelli a Braccagni era sinonimo di lavoro – lo ricorda il collega Carlo Vellutini sulla propria pagina facebook-. Un lavoratore lo è stato da giovane, ma anche in età avanzata quando era solito aiutare i figli Pietro e Paolo nelle loro aziende o dedicarsi al suo oliveto lungo l’Aurelia. Nei lavori di muratura Ettore era un marchio di garanzia, tante volte ho sentito dire con orgoglio: questa casa l’ha fatta il Pimpinelli! Quello stesso orgoglio con cui una persona potrebbe esibire un’auto di lusso o un orologio di marca».
«Parlava poco Ettore, era riservato, ma se ci scambiavi qualche parola comprendevi che era una persona concreta. Una persona che aveva insegnato il mestiere a decine di giovani che lo hanno sempre considerato un maestro».
«Oltre che al lavoro l’immagine di Ettore che conservo è legata al suo passaggio per le strade di Braccagni in bicicletta, quella stessa con cui lo trovavi al campo sportivo, fermo poco dopo l’ingresso a seguire la partita dei figli. Non si scomponeva. Salutava con un sorriso il gol di Paolo o di Pietro, con quest’ultimo che magari faceva seguire la rete da una delle sue esultanze che ti facevano girare per vedere le reazione del padre che, anche in quel caso non perdeva il suo aplomb, al massimo scuoteva la testa se questa era un po’ troppo originale» prosegue il ricordo.
«Conoscendolo ne scoprivi i lati in cui assomigliava a Paolo e quelli in cui ci rivedevi Pietro, i figli che hanno sempre avuto in lui un punto di riferimento. Paolo e Pietro sono miei amici da sempre, persone cui sono legato da profonda amicizia, così come Ettore e la moglie Nara sono persone di cui ho ricordi che vanno indietro nel tempo fino all’infanzia. In questo momento sono vicino a loro, alla nuora Bianca Lisa a tutti i nipoti e in particolare a Filippo che è stato toccato in maniera particolare dalla sua scomparsa. A Paolo e a Pietro posso solo mandare, anche virtualmente, quell’abbraccio che ho dato loro di persona in un momento così difficile».