GROSSETO – «Il Consiglio di Stato ha bocciato senza mezzi termini l’operato della giunta Marras.» L’affermazione è di Alessandro De Carolis Ginanneschi capogruppo in consiglio provinciale del PDL. «Una bocciatura inequivoca – prosegue De Carolis -: pur in attesa di leggere la sentenza integralmente, il massimo organo della Giustizia amministrativa ha definitivamente chiarito (se mai ce ne fosse stato bisogno) che quello che era partito come “centrale elettrica da ammodernare” era stato trasformato di fatto in “inceneritore di rifiuti”, e sottolineato la carenza di istruttoria da parte della Provincia tanto che la sicurezza per l’ambiente e per la salute non era stata preventivamente acquisita; a tali lacune si era tentato inammissibilmente di far porre rimedio una volta che l’impianto fosse entrato in esercizio, in totale disprezzo della necessaria attività preventiva di valutazione.»
«Non solo – prosegue De Carolis -: la decisione della giunta Marras ha tradito “lo scopo e la funzione dell’inchiesta pubblica” pur voluta dalla stessa Amministrazione Provinciale ma che, come sappiamo, portò a risultati ad essa sgraditi. Oggi, l’assessore Patrizia Siveri chiarisce che la nuova A.I.A. è stata rilasciata per l’impianto “perché lo abbiamo trattato come un inceneritore”. Dignità e coerenza vorrebbero una sola cosa, allora: che il presidente Leonardo Marras si dimettesse con tutta la sua giunta, in primis l’assessore Siveri, avendo colpevolmente e scientemente attentato alla salute dei cittadini e all’ambiente (lo ribadisce il Consiglio di Stato) ed avendo infine oggi dato il via libera ad un impianto che è cosa ben diversa da quello che avrebbe dovuto essere. Anzi, mi correggo: è finalmente caduta la maschera, e quello che si è per troppo tempo tentato di far passare per “cogeneratore” finalmente acquista la realtà di “inceneritore”.»
«Peraltro, anche la nuova A.I.A. solleva dubbi: ma su questo avremo modo di tornare – precisa de Carolis -. Resta incontestabile che, come dimostrato dall’approfondita inchiesta degli ambientalisti, di fatto l’impianto di Scarlino era ed è in mano al Monte dei Paschi di Siena attraverso società che ad esso si riconducono: è lecito dubitare che, per non fare torto al Monte e per esso al PD (all’epoca ed ancora oggi nonostante tutto, in futuro vedremo…) – conclude De Carolis -, per qualcuno si potesse e si possa passare sopra alla salute dei cittadini e all’ambiente.»