FOLLONICA – “Giovanni Paolo II Pellegrino in terra di Maremma”, è il libro di Silvano Polvani ad aprire il progetto di lettura per l’autunno 2012 voluto dalla sezione soci della coop di Follonica, in collaborazione con la Regione Toscana, la biblioteca della Ghisa di Follonica e dello stesso comune di Follonica. A fare gli onori di casa assieme al comitato soci coop Follonica, Roberto Giomi responsabile area quattro settore politiche sociali.
A presentare il libro Don Enzo Greco, Parroco della Chiesa di San Leopoldo: «E’ opportuno leggere – ha detto – questo libro perché nel ricordare e raccontare quella splendida domenica del 21 Maggio 1989 dà occasione per una riflessione molto profonda e articolata sull’importanza della dimensione del lavoro all’interno del cammino dell’esistenza umana attraverso le parole di Giovanni Paolo II, sia pronunciate nel corso delle varie cerimonie che durante quella giornata si alternarono, sia attraverso estratti dall’enciclica Laborem Exercens.»
«Un tema e una riflessione – come scrive Massimiliano Cavallo nella sua recensione per la casa editrice Effigi che ha curato il volume – che si intuisce facilmente, di attualità bruciante. La scrittura del libro si sviluppa muovendosi alla maniera di un carrello cinematografico, una sorta di zoom storiografico dal panoramico al particolare. Inizia da lontano nel tempo menzionando la precedente visita di un papa a Grosseto (che risale al 1130 con Innocenzo II, 850 anni prima) per poi sorvolare la pianura del Casone durante i primi anni sessanta quando questa si apprestava a cambiare definitivamente il proprio volto diventando un distretto importante in termini industriali. Infine atterrare sulle stesse parole del Santo Padre in apertura della sua visita pastorale, introdotte dai discorsi di benvenuto dei dirigenti e degli operai della Nuova Solmine. Parole che affrontano il tema della “centralità dell’uomo”, nell’ambito lavorativo. Il papa era stato cavatore in gioventù, quindi aveva vissuto sulla sua pelle le necessità e le contraddizioni del lavoratore della miniera. Un papa ex operaio, sorta di unicum nella storia millenaria del papato. Anche per questo l’incontro con quel tipo di umanità risvegliava in lui antiche reminiscenze mai del tutto sopite.»
Polvani ha poi spiegato le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere un libro su un tema tanto differente rispetto alle sue precedenti pubblicazioni: «non si può rimanere indifferenti di fronte alle parole che Giovanni Paolo II pronunciò di fronte agli operai e agli imprenditori del Casone, concetti universali verso i quali non si possono avere pregiudizi. Disse infatti Giovanni Paolo II “Il lavoratore – ognuno di voi voglio dire – non è un meccanismo della fabbrica, né uno strumento di lavoro: egli appartiene a un ordine di grandezza superiore a tutte le realtà materiali, esistenti nel giro del nostro orizzonte visibile. E’ un essere dotato, per sua natura, d’intelligenza e di libertà: in una parola, è persona. E ogni persona umana, senza discriminazione alcuna, è fatta ad immagine e somiglianza di Dio creatore. La sua dignità, pertanto , supera il valore di tutti i beni terreni”».