SCARLINO – Come previsto l’associazione “Il Risorgimento a Cala Martina” ha celebrato l’annuale cerimonia di commemorazione dell’evento che vide protagonisti l’artefice dell’unità dell’Italia e il suo fedele compagno di tante battaglie, Giambattista Cogliuolo, il Capitano Leggero, che dopo tante traversie, seguite alla caduta della Repubblica Romana, trovarono la salvezza in Maremma.
Mentre lo scorso anno non fu possibile organizzare la commemorazione a causa del Covid-19, quest’anno una cerimonia, sia pure in forma ridotta, è stata organizzata con la presenza dei soli consiglieri dell’associazione e una rappresentanza dei soci.
Era presente anche una delegazione della sezione di Follonica dell’associazione nazionale marinai d’Italia che ha voluto aggiungere il proprio omaggio al grande marinaio Giuseppe Garibaldi nel momento della deposizione di una corona d’alloro al cippo.
La celebrazione ha visto la presenza di un pubblico di escursionisti che in quella mattinata di sabato scorso percorrevano il percorso che dal Puntone arriva a Cala Martina e a Cala Violina, allora chiamato: “Via delle Costiere”. Avendo a destra la bella vista sul Golfo di Follonica e, a sinistra, il cippo dove si stava svolgendo la cerimonia e, incuriositi e rapiti, hanno così preso parte anche loro, idealmente, alla manifestazione che si stava svolgendo.
Negli interventi degli oratori è stato ricordato quest’anno il fondamentale ruolo avuto nel “Salvamento” dal follonichese Pietro Gaggioli (detto Giccamo) e dall’elbano Luigi Azzarrini, che mise a disposizione la “barca peschereccia” che trasportò Garibaldi e Leggero, prima all’Elba e poi a Porto Venere. Rischiando la vita con i loro familiari come tutti gli altri patrioti che dalle Valli di Comacchio a Cala Martina, avevano soccorso i due fuggiaschi.
È stata quindi deposta una corona d’alloro alla base del cippo, dando appuntamento alla celebrazione del prossimo anno con l’impegno di organizzarla con tutta la dovuta solennità, con la partecipazione delle autorità e le scolaresche del territorio, i rappresentanti delle associazioni garibaldine della Toscana e della Romagna, nell’intento che questa rievocazione possa sempre più lasciare l’ambito territoriale per acquisire una importanza regionale, se non anche nazionale, come è negli obiettivi della nuova dirigenza dell’associazione.
È seguito il tradizionale pranzo per gli ospiti e la corona è stata poi rimossa per essere custodita a casa Guelfi insieme agli altri cimeli garibaldini; con l’auspicio che tutto il palazzo, monumento storico d’interesse nazionale, possa diventare in futuro un vero e proprio “Memoriale” del salvamento di Garibaldi e dei patrioti che lo salvarono. Primo fra tutti Angiolo Guelfi, il proprietario dell’immobile, comandante della Guardia Civica di Gavorrano, repubblicano di convinta fede, che organizzò tutto il passaggio di Garibaldi in Maremma fino al suo imbarco liberatorio il 2 di settembre del 1849; consentendo che i destini della nazione italiana avessero poi lo sviluppo che la storia ci ha consegnato.