GROSSETO – “Chi ha sbagliato deve pagare, e anche in maniera salata, sia dal punto di vista penale che del risarcimento dei danni economici ed ambientali, ma non vorremmo che lo spettacolo mediatico creato intorno all’udienza di Schettino finisca per mettere in secondo piano i lavori di messa in sicurezza della nave che sono già slittati di due mesi rispetto alla prima scadenza del 31 agosto”. Così Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente, sottolinea l’importanza di tenere i riflettori ben accesi sui problemi riscontrati anche dalla Protezione Civile sul fondale sottostante la nave Concordia e sui ritardi della messa in sicurezza che si sono accumulati rispetto al programma previsto.
“I lavori di messa in sicurezza della nave hanno subito un ritardo dovuto anche – continua Gentili – alla presenza di forti irregolarità degli strati superficiali del granito sul fondo marino e di fessurazioni nella roccia sottostante, come ha fatto sapere la Protezione Civile. Per questo è fondamentale completare con la massima velocità e attenzione questa fase dei lavori, al fine di evitare ulteriori ritardi con tutti i rischi che ciò comporta. Chiediamo pertanto alle autorità e alle istituzioni competenti di continuare a monitorare in maniera dettagliata e puntuale la messa in sicurezza della nave e di non distogliere l’attenzione da quella che è a tutti gli effetti una fase importante e molto delicata dei lavori. Si tratta di un lavoro molto delicato, mai tentato e che comporta rischi, e noi preferiamo porre l’attenzione su questo, sulla rimozione e lo smaltimento della Costa invece che sul futuro di Schettino che rischia di diventare il simbolo grottesco di un’Italia che vogliamo cambiare: quella degli inchini e dell’irresponsabilità verso l’ambiente e la bellezza”.