SANTA FIORA – Sabato 28 agosto si è tenuto il congresso del circolo di Rifondazione Comunista “Raniero Amarugi” di Santa Fiora, alla presenza di un nutrito gruppo di compagni iscritti e con la partecipazione di Alessio Buzzani e Renzo Salvestroni del comitato politico federale di Grosseto.
La discussione, introdotta dal compagno segretario Aldo Di Benedetto, ha avuto per oggetto il documento congressuale, proposto dal comitato centrale del partito ed articolato su 20 tesi, con alcune tesi alternative ed una tesi aggiuntiva dal titolo “Riproduzione e tendenze del capitale”.
Come sempre il congresso ha rappresentato il momento di fare il punto della situazione e di proporre al partito le linee di attività su cui indirizzare la propria azione nel prossimo futuro. In questo senso è stata ritenuta ampiamente giustificata la dimensione consistente dei documenti posti all’attenzione degli iscritti, che tuttavia hanno richiesto un impegno notevole ed una disponibilità non sempre scontata o possibile.
«È stato ampiamente apprezzato lo sforzo del gruppo dirigente per mettere a disposizione del partito un insieme di analisi e di idee utili allo sviluppo della nostra attività politica; crediamo che siano veramente poche le forze politiche in grado di produrre documenti di un tale rilievo e complessità, e questo fa parte della migliore tradizione dei comunisti italiani. C’è da chiedersi, però, se ciò non rappresenti anche un limite, nell’epoca che stiamo vivendo, in cui i messaggi corrono sulle ali degli slogan piuttosto che sul ragionamento meditato e compiuto».
«Nei loro interventi, i compagni hanno ampiamente condiviso i contenuti delle tesi. Per quanto riguarda la “Fase internazionale”, gli ultimi avvenimenti della fuga da Kabul rappresentano una evidente conferma dell’indebolimento “del potere degli Usa e della loro egemonia sul resto del pianeta”, insieme alla sconfitta della strategia della Nato, da cui si rende urgente uscire per rendere possibile una ricollocazione del nostro paese all’insegna della neutralità, del disarmo e della cooperazione internazionale.
Preso atto della completa adesione delle forze parlamentari al dettato neoliberista e della evidente impossibilità di produrre una modifica del quadro politico attraverso il voto popolare, sempre più ristretto nella partecipazione, è chiaro che l’alternativa che proponiamo deve essere costruita in questa fase fuori dal parlamento, attraverso i movimenti sociali ed ambientali, attraverso le lotte per il lavoro e contro la precarietà, come quella portata avanti dai lavoratori della Gkn che sta raccogliendo adesioni estese e forse anche inaspettate fra le masse popolari».
«C’è bisogno quindi di una forte iniziativa, innanzitutto per la rivendicazione di un reddito sociale ed un salario minimo per tutti, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per la riconversione ecologica della produzione, per la riduzione delle tasse per i redditi medio-bassi, per l’introduzione della patrimoniale.
Occorre utilizzare i finanziamenti messi a disposizione dell’Europa per il rilancio del settore pubblico, con la gestione diretta di settori strategici oggi privatizzati (banche, telecomunicazioni, energia, infrastrutture), il potenziamento del sociale (sanità, scuola, casa) ed il superamento delle disparità fra aree forti e marginali. Utilizzare i finanziamenti per la messa in sicurezza del territorio invece di sprecarli in grandi opere inutili ed anche dannose (come ponte sullo stretto)».
«La Tesi n. 16 riporta una fredda analisi della nostra sconfitta all’interno della logica del bipolarismo, pur avendo avuto ragione quasi su tutto, in primo luogo sui motivi che portarono alla scomparsa del Pci, con la nascita in un partito neoliberista di centro, insensibile rispetto agli interessi delle classi popolari e proteso al semplice obiettivo di governare l’esistente.
Ma nonostante i giudizi impietosi, che evidenziano come per molto tempo “abbiamo pagato il prezzo sia dell’unità, che della rottura”, dobbiamo pazientemente provare a rimanere in campo ed a risollevarci: “Da anni abbiamo scelto la strada dell’alternatività al centrosinistra, prendendo atto della sua conversione progressiva al neoliberismo. Una strada in salita che pur nella nostra coerenza non è riuscita a produrre un recupero del rapporto di massa. Non pensiamo però che vada abbandonata, perché si fonda non su giudizi ideologici astratti, ma su dati reali. Non intendiamo rinunciare né alla lotta, né alla rifondazione comunista e siamo convinti che servano entrambe per ricostruire la sinistra nel nostro Paese”; ad una condizione (Tesi 20): la scelta di fare “la sinistra” in alleanza col PD non solo è del tutto inefficace (come dimostrato ormai da molteplici esperienze), ma contraddice in modo evidente la costruzione e prefigurazione di un’alternativa sociale e politica. Inoltre, viene praticata ritagliandosi uno spazio subalterno e ornamentale come dimostrano le “liste coraggiose”. La costruzione dell’alternativa richiede per essere credibile scelte rigorose e coerenti».
«Il congresso ha poi proceduto al rinnovo degli organi dirigenti del Circolo, con la conferma a segretario del compagno Aldo Di Benedetto e la nomina del direttivo che sarà composto da Dario Russo (tesoriere), Sergio Bovicelli, Maria Pia Bianchini, Giuseppe Merisio, Carlo Balducci, Loris Bellumori e Lucia Piccinetti.