GROSSETO – «Quella dell’esecutivo Monti mi sembra una decisione saggia, ragionevole e di buon senso». La pensa così l’onorevole del Popolo della Libertà Monica Faenzi in merito alla decisione del governo di applicare l’IMU sugli immobili di proprietà degli enti non commerciali e quindi anche quelli di proprietà della Chiesa. Tema che in questi giorni dopo la sentenza del Consiglio di Stato dello scorso 4 ottobre ha aperto un dibattito nel mondo politico e nell’opinione pubblica.
Una decisone quella del governo tecnico «che fa anche onore alle istituzioni ecclesiastiche che peraltro – osserva la Faenzi -, sin dal periodo in cui il Governo stabilì la riduzione dell’esenzione dell’Imu/Ici, avevano manifestato la disponibilità della Chiesa a dare il proprio apporto per fronteggiare una fase particolarmente difficile. Il pagamento dell’Imu sugli immobili della Chiesa non adibiti a funzioni religiose e di culto, interpreta inoltre un sentimento diffuso della nazione, chiamata ad affrontare quotidianamente tanti sacrifici, e soprattutto una pressione fiscale fra le più alte al mondo».
«Nel periodo storico che stiamo vivendo, così tormentato, ed investito da una crisi economica senza precedenti, il fatto che il mondo ecclesiastico possa contribuire a far fronte ad una situazione così grave “integrando” la povertà di risorse statali, ci sembra sinceramente un gesto apprezzabile e di evidente solidarietà».
Il provvedimento dovrebbe portare nella casse dello Stato circa 600 milioni di euro e sopratutto con questa scelta «l’Italia eviterà l’intentato sanzionamento della Commissione europea per violazione della concorrenza, attraverso aiuti di Stato sotto forma di esenzioni per l’Imu alla Chiesa».
«Il dilemma su quale sia il confine nell’intricato campo religioso italiano tra gli enti a finalità religiose e quelli a scopo commerciale – conclude la Faenzi – sembra in definitiva d’imminente risoluzione, con l’obbiettivo, mi auguro, di garantire un giusto equilibrio tra Stato e Chiesa ed una migliore giustizia fiscale».