GROSSETO – «Mi piace definirmi comunista da sempre, dall’età della ragione» Così Dario Bibbiani, 67 anni, candidato a sindaco del Pci per il comune di Grosseto si presenta. «Sono in pensione da un anno e mezzo, prima lavoravo all’Inps all’ispettorato del lavoro. ho visto il peggio, e anche il meglio, della situazione lavorativa».
«Il partito mi ha nominato per questa tornata elettorale. andremo da soli, senza alleanze con sedicenti liste di sinistra. perché non è possibile dichiararsi alternativi e poi trovarsi uniti con il Pd. Siamo consapevoli che i cittadini, votandomi, correranno il rischio di non essere rappresentati, ma se verrò eletto in consiglio troveranno una forza che sarà davvero di opposizione. Insomma, cambiano i suonatori ma non la musica».
«Dal 1997 in comune si alternano maggioranze di centrodestra e centrosinistra, ma i cittadini non si sono accorti di cambiamenti significativi: aderiscono tutti al pensiero unico liberista, continuando a creare partecipate e privatizzare».
Poi Bibbiani riprende: «La mia aspirazione è entrare in consiglio. Sarò sempre presente a disposizione dei cittadini. In caso di ballottaggio non ci sono particolari motivazioni che ci porterebbero a schierarci con l’uno o con l’altro. A meno che in campagna elettorale non emerga qualcosa che distingua un candidato dall’altro. Io personalmente ho sempre votato, ma è dura».
Bibbiani vorrebbe «Avviare un piano per riportare, ove possibile, il comune ad essere gestore diretto dei servizi pubblici, reimpossessandosi, ad esempio, della gestione del verde pubblico: affidarsi ai privati ha peggiorato il servizio e alzato i costi». Tra gli obiettivi un servizio che sostenga gli anziani che hanno un animale di affezione che spesso è anche l’unico compagno: «Chi ha un animale spesso non sa come fare per farlo curare se insorgono problemi. Servirebbe un servizio veterinario per aiutarli».
«Un altro problema in città sono i bagni pubblici, ma non i vespasiani, locali a cui accedere con un piccolo contributo. e poi auspicherei maggior partecipazione del comune nell’emersione del lavoro irregolare, che non significa fare controlli, ma magari, con la polizia municipale segnalare le situazioni anomale visto che a Grosseto da 12 che erano sono rimasti solo quattro ispettori e non ce la fanno. Purtroppo c’è chi offre situazioni non regolari, e altri si adeguando a questa concorrenza iniqua».
«Vogliamo rilanciare un ruolo centrale per il comune capoluogo – gli fa eco Luciano Fedeli della segreteria provinciale del Pci – per questo Grosseto deve acquisire quel ruolo di guida sulle grandi questioni aperte in ambito provinciale che da anni che non hanno avuto risposte concrete».
«Alcuni esempi: la gestione dei rifiuti e l’assenza di un piano provinciale che superi il semplice processo di incenerimento, il corridoio tirrenico sempre annunciato in vista delle elezioni e ancora in alto mare, il tema della sanità che dia ruolo al Misericordia e alla rete presente sui territori, la gestione dei servizi socio – assistenziali che non sia solo un accentramento di poteri e interessi ma servizio per la tutela dei più deboli e fragili, lo sviluppo economico ecologico e sostenibile con il rilancio dell’agricoltura, la valorizzazione delle peculiarità e della piccola impresa che contano un’importante presenza nel territorio».
«Basta con il consumo di suolo, a maggior ragione se finalizzato a costruire o estendere quartieri satellite e le ennesime “villette” in buona parte destinate a restare inabitate. A Grosseto case vuote ce ne son fin troppe, troviamo piuttosto il modo di utilizzarle per le emergenze abitative e per calmierare gli affitti. Basta con l’esternalizzazione, anche in forma mediata dei servizi pubblici e predisposizione di un piano operativo per il ritorno alla gestione diretta dei servizi più importanti, cominciando ad esempio dai servizi sociali. Attenzione per i servizi della prima infanzia e per i percorsi formativi garantendo il diritto allo studio attraverso forme di agevolazioni tariffarie e prospettando, in rete con le altre zone sedi di istituti superiori, l’offerta formativa» prosegue.
«Difesa e cura dell’ambiente con un piano per il verde pubblico e privato in grado di offrire spazi aperti e fruibili e per questo prevedere la piantumazione di alberi, alberi e alberi di alto fusto, ovunque possibile. Pensare ad un piano per il superamento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici, nelle attività ricettive e come strumento per la costruzione di nuove edificazioni residenziali “senza barriere”. Tutela delle poche spiagge pubbliche rimaste e assolutamente no a nuovi stabilimenti balneari. Rilanciare la mobilità pubblica, anche e soprattutto attraverso modalità volte al risparmio energetico ed ecosostenibili. Maggiore attenzione per le frazioni sempre più dimenticate nelle attività ordinarie come le manutenzioni, la raccolta differenziata, l’arredo e il decoro urbano. Realizzazione di bagni pubblici nel centro cittadino e nelle zone a vocazione turistica. Assistenza veterinaria pubblica – o almeno in convenzione – per gli animali d’affezione. Partecipazione attiva del Comune al controllo del lavoro irregolare. Potenziare e diffondere la raccolta differenziata, dotandola di un sistema premiante per i cittadini virtuosi» gli obiettivi del Pci.