SEGGIANO – “Dall’Amiata a Mozzano il rave è servito”. Intervengono così gli esponenti di Fratelli d’Italia Guendalina Amati e Bruno Ceccherini, rispettivamente responsabile dell’Amiata e coordinatore provinciale Grosseto di FdI.
“Dal pomeriggio del 14 agosto fino alla sera di ferragosto sull’Amiata si è svolto un rave non autorizzato – fanno sapere Amati e Ceccherini -, a cavallo tra le province di Siena e di Grosseto, tra il Primo Rifugio e la Pescina nel comune di Seggiano. Certamente i numeri non sono equiparabili al rave vicino al lago di Mozzano, al confine tra Lazio e Toscana, ma sapere che in circa 600 si sono ritrovati sulla nostra montagna non ci fa stare più tranquilli. Fortunatamente sull’Amiata non ci sono stati morti, ma feriti sì, visto che tre giovani in evidente stato di alterazione hanno fatto un incidente scendendo dalla montagna dopo il rave. Incidente che ha richiesto l’intervento dei sanitari e dei carabinieri”.
Il coordinatore provinciale Bruno Ceccherini dichiara: “In un periodo in cui si limitano le libertà dei cittadini con mascherine, green pass, vaccini semi obbligatori, in un momento in cui viene chiesto ai gestori di bar e ristoranti di fare da controllori dei lasciapassare verdi dei propri clienti, permettere feste non autorizzate è inconcepibile. Per non parlare poi dei proprietari delle discoteche, i quali da due anni devono tenerle chiuse, perché ballare crea assembramenti e quindi pericolo Covid”.
“Come esponenti politici di Fratelli d’Italia – continuano – ci domandiamo: al rave il pericolo Covid non c’è? È giusto che interi territori come quelli di Pitigliano, Manciano, Sorano e Valentano siano in balia di queste persone? Un riscontro economico negativo è subito apparso, molti turisti dei comuni limitrofi a Mozzano se ne sono andati o hanno cancellato le prenotazioni e a farne le spese sono stati gli esercenti, i ristoratori, le strutture agrituristiche per non parlare dei timori della popolazione locale”.
Ceccherini e Amati pongono l’accento sulla diminuzione degli agenti: “Le Forze dell’Ordine, drasticamente diminuite nel corso degli anni da tagli scellerati operati sulla sicurezza, che nei territori come i nostri sono ben visibili, si sono ritrovati a dover fare da cordone a diecimila persone, senza possibilità d’intervento, dovendo subire in silenzio le mancanze della politica. Solo oggi, dopo sei giorni, il Ministro Lamorgese ed il Governo si sono degnati d’intraprendere una mediazione con gli organizzatori del rave party di Mozzano e decidendo per l’invio della Celere, ma ci rendiamo conto di cosa significa un lasso di tempo così lungo? Probabilmente chi è a Roma non lo sa o non lo vuole sapere, e preferisce lasciare interi Comuni in balia degli eventi ed i pochi Servitori dello Stato a far fronte ad una marea d’individui più o meno pacifici provenienti da tutta Europa.”
“Vogliamo mettere in evidenza- dichiarano Amati e Ceccherini- un problema sicurezza per i territori non direttamente interessati dall’evento, che ha comportato quasi sicuramente uno spostamento di mezzi e uomini verso i confini con il Lazio, lasciando scoperti tutti gli altri Comuni del comprensorio amiatino, che in caso di bisogno si ritroverebbero sforniti dei loro presidi territoriali. Si fa presente da ultimo che gruppi più o meno numerosi attualmente si sono spostati in zone turistiche importanti della provincia grossetana come Pitigliano, Sorano e le famose Cascate del Mulino di Saturnia, con evidenti ripercussioni negative sia a livello economico che sanitario. Facile decidere dall’alto di far sparire intere compagnie di carabinieri e trasformarle poi in tenenze, tanto in territori come i nostri cosa vuoi che possa mai succedere? La dimostrazione l’abbiamo avuta. Comodo prendere decisioni sugli interventi dopo una settimana, tanto non sono coinvolte le spiagge chic di Capalbio e di Ansedonia”.