GROSSETO – «La fotografia della Grosseto di questi anni è quella di una città ingessata, governata da un’amministrazione che, al di là dei proclami, si è rivelata incapace di realizzare quantomeno le opere basilari, e addirittura rifiuta di rispondere alle interrogazioni che ho presentato per conoscere il motivo dei ritardi e sollecitare sindaco e assessori a mettere in atto le azioni necessarie» afferma Carlo De Martis, capogruppo Lista Mascagni sindaco nel Consiglio comunale di Grosseto.
«Pensiamo alla viabilità per l’area produttiva di via Genova, al sottopasso di Barbanella o alla circolazione su viale Cimabue. Dopo cinque anni è al palo la realizzazione degli interventi di miglioramento su via Senese/Genova perché il Comune non è riuscito a far rispettare i termini per la realizzazione delle opere di urbanizzazione della lottizzazione del Poggione».
«Stiamo parlando tra l’altro degli accessi ad uno dei siti in cui operano o stanno per trasferirsi alcune delle principali realtà imprenditoriali della città: Tecnoseal, Survitec, Noxerior, Toscano-Alta Sartoria, Elmu, Roberto Ricci Design, Montecristo, Fluxinos, Balloni e GLS, fra gli altri. Un intervento sulla viabilità risulterebbe pertanto di grande utilità anche alle esigenze di quelle aziende che, caparbiamente, ancora investono nel nostro territorio» prosegue De Martis.
«Poi c’è l’uscita del sottopasso di Barbanella, in cui ci si imbatte in un consistente restringimento della carreggiata che rende non solo disagevole ma anche pericolosa la circolazione. Una situazione determinata da problematiche relative al fabbricato adiacente alla sede stradale. In tutto questo tempo il sindaco avrebbe potuto, e dovuto, pretendere il rispetto del Regolamento di Polizia Urbana – che obbliga i proprietari a manutenere gli edifici, evitando che dagli stessi possano derivare situazioni di pericolo per le persone e la sicurezza urbana – e nel caso adottare apposita ordinanza per intimare l’esecuzione dei necessari interventi risolutori».
«Discorso analogo per viale Cimabue. Sono ormai trascorsi due anni dal crollo che si verificò in un edificio adiacente alla strada, rendendo necessaria una modifica della viabilità con ogni conseguente disagio specie per gli abitanti e le imprese della zona. Ad oggi, nonostante il tempo trascorso, quella situazione sembra essersi cristallizzata, con lo sbocco di via Orcagna su viale Cimabue e via Telamonio ancora chiuso. In questi mesi ho presentato reiterate interrogazioni e tuttavia, nonostante i termini di legge siano stati abbondantemente superati, ancora nessuna riposta e, quel che è più grave, nessun intervento per risolvere i problemi della città».