GROSSETO – Gestione della risorsa idrica. Dopo il consiglio comunale aperto di Grosseto dedicato proprio al tema dell’acqua Roberto Barocci del Forum Ambientalista torna a criticare la scelta da parte di Acquedotto del Fiora di puntare sulla costruzione di dissalatori lungo la costa.
Per Barocci questa strategia aziendale sarebbe spiegata dal fatto che gli investimenti per realizzare questo tipo di impianti sono molto più sostenibili rispetto a quelli da destinare per mantenere e sostituire le tubature della rete idrica.
Il settore dell’acqua è sicuramente molto particolare: «quando il bene acqua – osserva Barocci – è gestito in regime di monopolio e, per suo carattere, ha bisogno di investimenti, come la manutenzione dei 9.000 Km di tubazioni idrauliche della rete del Fiora, che si ripagano solo in tempi di decenni» non si può pensare «che un privato possa ottenere dalle banche gli investimenti utili alla collettività».
«Ecco allora spiegato – aggiunge Barocci – un motivo delle scelte fatte: anziché recuperare l’acqua potabile che si perde dalle tubature in rovina, investimento utilissimo, ma che si ripaga solo dopo decenni, si preferiscono i dissalatori, che come investimento si ripaga in 5-7 anni. Ma, oltre a non bere più acqua naturale, quell’acqua in un prossimo futuro ci costerà tantissimo in spese di gestione in sicuro aumento, a meno che qualcuno pensi che in futuro i costi energetici e dei prodotti chimici andranno a ridursi».
«Se poi – e conclude Barocci – si aggiunge che recuperare le falde idriche naturali della nostra provincia significa fermare la geotermia dell’Enel in Amiata e imporre all’Eni le bonifiche, il quadro delle scelte dei politici è completato».