di Lorenzo Falconi
GROSSETO – Un presidio di protesta davanti al cancello d’ingresso dell’azienda. Il primo lunedì di ottobre inizia così alla Mabro, con i lavoratori rimasti sul piede di guerra nei confronti di una proprietà che non riesce a dare le adeguate garanzie. Solita divisione tra chi ha scelto di dare fiducia all’azienda e chi invece si fa promotore di un presidio con tanto di striscioni. C’è un po’ di tutto nelle scritte esposte in bella mostra all’esterno della Mabro, un mix di esasperazione, ironia, amarezza.
“Vogliamo lo stipendio lavorando”, scrivono i dipendenti e ancora: “basta promesse, adesso i fatti”. Scritte che non lasciano dubbi sulle richieste da parte delle maestranze in un clima sempre difficile per l’azienda di abbigliamento.
Ci sono anche slogan come “speranza e fiducia non si mangiano”, oppure appelli lanciati verso il governatore della Toscana: “Rossi dove sei? Siamo rimaste sole”. Spazio anche al sarcasmo con un “tra Benedette e Santi non si va avanti”, con chiaro riferimento alla manager Mabro Benedetta Bertellini e all’accordo sfumato per la produzione di capi di abbigliamento per Santo Versace. Qualche stilettata arriva anche al nuovo socio, attraverso lo striscione: “Fidi Toscana…è Pacenti la soluzione? Ah ah ah, siamo su scherzi a parte”.
Intanto questa mattina, 5 dipendenti sono state richiamate in azienda per prestare servizio, la decisione è stata quella di rientrare ma intraprendendo la strada dello sciopero a singhiozzo. Fuori dal luogo di lavoro invece, il presidio è andato avanti per 4 ore, dalle 7:30 alle 11:30.