GROSSETO – Si è appena conclusa, sotto il coordinamento della Direzione Marittima della Toscana, un’operazione complessa ambientale, iniziata lo scorso 7 aprile, denominata “Onda blu” che ha visto la partecipazione di tutti i comandi territoriali della Toscana.
L’attività, posta in essere nell’ambito di una più ampia operazione condotta a livello nazionale dal Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, ha impegnato il personale della Guardia Costiera regionale in complesse e intense attività operative e d’indagine, che hanno portato all’effettuazione di oltre 1.600 controlli e all’accertamento di molteplici illeciti ambientali, di natura penale e amministrativa.
Numerose sono state le attività svolte con l’obiettivo di contrastare i crimini ambientali che mettono a rischio l’ecosistema marino e terrestre: ispezioni presso i corsi d’acqua, controlli sul traffico e sul deposito dei rifiuti nonché verifiche del rispetto dei limiti di navigazione in prossimità delle aree marine protette.
Nello specifico le verifiche di polizia ambientale si sono concentrate presso gli scarichi idrici sia domestici che industriali, che spesso sono una delle principali cause di inquinamento dei corsi d’acqua e dei mari, per proseguire in una ricognizione dettagliata del territorio tesa ad individuare eventuali discariche abusive. Non sono mancate anche attività di controllo, in ambito portuale, sul rispetto delle regole relative al traffico di rifiuti.
Inoltre, grazie ai sistemi di monitoraggio remoto della navigazione marittima, sono state controllate 180 unità navali che sono transitate nei pressi delle aree marine protette presenti nelle nostre acque (Decreto Passera – Clini).
Tra gli accertamenti più rilevanti vi è il sequestro, nel comune di Massarosa, di un’area operativa di circa 1.000 mq adibita ad autolavaggio. In tale contesto i militari della Guardia costiera hanno riscontrato condotte omissive sulla normativa degli scarichi di acque reflue industriali e sugli obblighi di legge riguardanti la gestione dei rifiuti. Le acque utilizzate per il lavaggio delle auto, infatti, venivano canalizzate – mediante un sistema di condotte privo di collaudi ed autorizzazioni – all’interno di un pozzetto interrato che, successivamente, confluiva in un canale che sfociava in mare.
Inoltre sempre in ambito regionale, i militari della Guardia Costiera, hanno posto sotto sequestro un vasto terreno privato adibito a deposito incontrollato di rifiuti, sul quale sono state rinvenute diverse tipologie di rifiuti speciali, anche di natura pericolosa.
Personale del Nucleo operativo di Polizia ambientale di Livorno e Porto Santo Stefano (Monte Argentario) ha invece focalizzato la propria attività sul controllo di alcuni cantieri navali e rimessaggi. I controlli hanno portato alla denuncia dei responsabili per il mancato rispetto della normativa sulla gestione dei rifiuti, nonché con particolare riferimento a quelli prodotti a seguito delle lavorazioni effettuate sulle carene.
Questi i dati in sintesi:
– 1646 controlli;
– 33.736 euro di sanzioni amministrative;
– 63 tonnellate di rifiuti sequestrati.