GROSSETO – Esce Vengo dalla Luna. E’ il 6 maggio 2004, e il nuovo singolo di Caparezza è il quarto estratto dal secondo album in studio Verità supposte.
Vengo dalla Luna è un’esplicita critica ai pregiudizi sociali contro la gente che è nata in un posto diverso da quello in cui si trova a vivere. Si configura dunque come un vero e proprio manifesto ideologico che Michele Salvemini, in arte Caparezza, scrive contro il razzismo.
Immedesimandosi in un alieno che dalla Luna viene ad abitare sulla Terra, il rapper smaschera tutte le ipocrisie di una società che non riesce ad avere a che fare col diverso e che, spaventato da ciò che non conosce, finisce per perseguitarlo.
Testo
Io vengo dalla luna
Che il cielo vi attraversa
E trovo inopportuna
La paura
Per una cultura diversa
Che su di me riversa
La sua follia perversa
Arriva al punto
Che quando mi vede sterza
Vuole mettermi sotto ‘sto signorotto
Che si fa vanto
Del santo attaccato sul cruscotto
Non ha capito che sono disposto
A stare sotto
Solamente quando fotto
(Torna al tuo paese sei diverso)
Impossibile vengo dall’universo
La rotta ho perso
Che vuoi che ti dica
Tu sei nato qui
Perché qui ti ha partorito una fica
In che saresti migliore
Fammi il favore compare
Qui non c’è affare che tu possa meritare
Sei confinato
Ma nel tuo stato mentale
Io sono lunatico
E pratico dove cazzo mi pare
Io non sono nero
Io non sono bianco
Io non sono attivo
Io non sono stanco
Io non provengo da nazione alcuna
Io, si, io vengo dalla luna
Io non sono sano
Io non sono pazzo
Io non sono vero
Io non sono falso
Io non ti porto jella ne fortuna
Io, si, ti porto sulla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo vengo
Ce l’hai con me
Perché ti fotto il lavoro
Perché ti fotto la macchina
O ti fotto la tipa sotto la luna
Cosa vuoi che sia poi
Non è colpa mia
Se la tua donna
Di cognome fa Pompilio come Numa
Dici che sono brutto
Che puzzo come un ratto
Ma sei un coatto
E soprattutto non sei
Paul Newman
Non mi prende che di striscio
La tua fiction
E piscio sul tuo show
Che fila liscio come il Truman
Ho nostalgia della mia luna leggera
Ricordo una sera
Le stelle d’una bandiera ma
Era
Una speranza
Era
Una frontiera
Era
La primavera di una nuova era
Era
(Stupido ti riempiamo di ninnoli da subito
In cambio del tuo stato di libero suddito)
No!
è una proposta inopportuna
Tieniti la terra uomo
Io voglio la luna
Io non sono nero
Io non sono bianco
Io non sono attivo
Io non sono stanco
Io non provengo da nazione alcuna
Io, si, io vengo dalla luna
Io non sono sano
Io non sono pazzo
Io non sono vero
Io non sono falso
Io non ti porto jella ne fortuna
Io, si, ti porto sulla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo dalla luna
Io vengo vengo
Non è stato facile per me
Trovarmi qui
Ospite inatteso
Peso indesiderato arreso
Complici satelliti che
Riflettono un benessere artificiale
Luna sotto la quale parlare d’amore
Scaldati in casa
Davanti al tuo televisore
La verità
Della tua mentalità
è che la fiction sia meglio
Della vita reale
Che invece è imprevedibile
E non è frutto
Di qualcosa già scritto
Su un libro
Che hai già letto tutto
Ma io io io no io io io
Io vengo (vengo) dalla luna
Io (io) vengo (vengo) dalla luna
Io (io) vengo (vengo) dalla luna
Io (io) vengo (vengo) vengo (vengo)