GROSSETO – Inizia a studiare pianoforte all’età di 6 anni con la professoressa Gloria Mazzi, studi Classici, e, di seguito, laurea triennale e magistrale con il massimo dei voti sotto la guida del maestro Rivera presso l’Istituto Mascagni di Livorno.
A Riga, in Lettonia, segue per sei mesi il progetto Erasmus+ presso la Jāzepa Vītola Latvijas Mūzikas Akadēmija con il maestro Osokins. Si esibisce sia in Italia che all’estero e innumerevoli sono i riconoscimenti e i premi che ha ottenuto in concorsi nazionali ed internazionali .
“Il suo talento e il suo raffinato pianismo sono stati un emozionante sigillo alla lunga kermesse di giovani del festival”, dice il maestro Lanzi su di lui. La mia intervista “A tu per tu” di oggi è con il pianista grossetano Jacopo Mai, che ringrazio .
“La musica non è nelle note, la musica è tra le note”, sono parole di Wolfgang Amadeus Mozart, Jacopo, lei cosa ne pensa?
Con queste parole penso che Mozart volesse sottolineare il fatto che l’alfabeto musicale non è nient’altro che un codice scritto che può essere sì tradotto ed interpretato, ma che non ci rende gli aspetti più importanti della musica, ovvero le sensazioni e le emozioni che si provano nel crearla e nel farla. Perciò penso che l’aspetto più importante per il musicista sia proprio la ricerca del modo migliore per comunicare le proprie idee ed espressioni attraverso quelle note.
Nel 2018, lei incide un CD dal titolo “Visioni Lisztiane” che esce con l’etichetta classica SHEVA Collection. Perché ha scelto Liszt?
Ho incontrato Liszt e la sua musica quando a 14 anni studiai la Vallée d’Obermann (brano al quale sono molto affezionato e che ho inserito nel CD), e ne rimasi letteralmente rapito; da quel momento nacque una vera e propria passione per quest’autore che non ho mai abbandonato, rimanendone affascinato dalla grande liricità e anche dal virtuosismo.
Ho scelto questo titolo per il disco in base alla raccolto dei brani che ho inserito: non sono soltanto un insieme ben organizzato di note, ma offrono all’ascoltatore qualcosa che va oltre, che non è visibile all’occhio nudo sullo spartito, ma che arriva come una vera e propria “Visione” (questo commenta anche un po’ l’affermazione di Mozart).
“La tecnica nasce dalla mente”, è una frase di Liszt: come si sente di commentarla?
E’ una frase che può sembrare molto retorica e poco credibile, ma detta da colui che ha rivoluzionato la tecnica pianistica portandola a livelli trascendentali è sicuramente da prendere come una grande lezione. Il fatto è che troppo spesso la tecnica strabiliante di Liszt viene vista fine a sé stessa come sfoggio di capacità pianistiche; è anche questo, ma non bisogna dimenticare da dove nasce per Liszt l’esigenza di creare questo nuovo modo di suonare il pianoforte. Il virtuosismo va inteso come bravura che va oltre la fisicità; la tecnica viene posta al servizio di un’idea poetica, e diventa il mezzo per evocare immagini e effetti. Certo è che Liszt non prescindeva dallo studiare diverse ore studi tecnici per migliorare le sue capacità.
Che cosa mi può dire della sua esperienza nei concerti di musica da camera?
Sin dall’inizio del mio percorso musicale ho affiancato la musica da camera allo studio del pianoforte; ricordo ancora con gioia la prima esibizione in duo pianoforte/flauto al Teatro degli Industri quando avevo appena 8 anni. Sempre di più considero il fare “musica insieme” fondamentale nel bagaglio di formazione di ogni musicista, ma anche scuola per la vita; infatti insegna ad ascoltare l’altro, aspettarlo, e cosa più bella, dialogare con lui per creare “insieme” e contemporaneamente armonia e bellezza.
Attualmente suono in duo con una violinista grossetana, e anche in trio, e devo dire che è sempre emozionante fare prove e concerti insieme oltre che molto divertente.
Attualmente lei si dedica all’attività concertistica ma anche a quella di insegnamento come professore di educazione musicale e di pianoforte, e, per il futuro, Jacopo, quali progetti ha?
Quest’anno sto seguendo il corso di perfezionamento presso l’Accademia di Fiesole sotto la guida del maestro Lucchesini; è un’esperienza che mi sta arricchendo molto, e che mi sta confermando quanto ancora ci sia da scoprire del mondo musicale.
Ho avuto anche il piacere di entrare nell’ambiente didattico, che invece è stata un’esperienza totalmente nuova e diversa, ma che regala anche momenti davvero speciali, nei quali posso trasmettere la mia passione per la musica, e allo stesso tempo ricevere tanto.
Come per tutti gli artisti, il settore concertistico è stato molto penalizzato in questo ultimo periodo, ma grazie all’Associazione Rosa Parks e La Maremma per Dante ho avuto l’occasione di registrare un concerto veramente speciale, anche questo dedicato a Liszt, e al poeta Dante per celebrare il 700nario, che potete trovare su You Tube.