FIRENZE – La Toscana è una delle quattro Regioni, in Italia, che garantiscono le migliori prestazioni nei servizi educativi per l’infanzia. Lo certificano i dati presentati a Roma, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, con l’ultimo monitoraggio nazionale sullo stato dei servizi per l’infanzia.
Al primo posto, nel tasso di copertura nella fascia 0-2 anni, si colloca L’Umbria (con il 37,3%) seguita da Liguria (33,6%) e, a pari merito, da Toscana ed Emilia-Romagna (33%). Sono solo queste, in Italia, le Regioni in regola con lo specifico obiettivo posto, nell’anno 2000, dai capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea all’interno della cosiddetta “Strategia di Lisbona”: innalzare, entro il 2010, fino al 33% la percentuale di copertura nei servizi educativi per l’infanzia (0-2 anni).
“L’impegno per l’infanzia – sottolinea Stella Targetti – è nel dna della Toscana: a dimostrarlo sono questi numeri che descrivono un sistema dinamico e in crescita con un privato sociale sempre più presente e qualificato”.
I dati, aggiornati al 31 dicembre 2011, saranno al centro di un convegno (“Il sistema informativo regionale sui servizi educativi: il nuovo SIRIA“) organizzato a Firenze giovedì 27 settembre 2012 da Regione Toscana e Istituto degli Innocenti (inizio ore 9:30 nel Salone Brunelleschi).
La media nazionale nella copertura dei servizi educativi per l’infanzia (nidi, servizi integrativi, anticipi della scuola d’infanzia) non raggiunge il 24% (23,9%). Fanalino di coda (8,5%) la Campania. Altre 7 Regioni italiane stanno sotto il 20% (Sicilia 12,6 – Abruzzo 15 – Puglia 17 – Calabria 18,1 – Basilicata 18,3 – Lazio 18,8 – Provincia Autonoma Bolzano 17%).
Nella fascia successiva di copertura/servizi (fra il 20 e il 30%) stanno Provincia Autonoma Trento (21,6), Lombardia e Sardegna (ciascuna a quota 23,6), Veneto (24,7), Molise (25,3), Piemonte (26,4), Valle d’Aosta (27,2), Marche (27,3), Friuli Venezia Giulia (30%).
In Toscana è molto visibile la presenza dei nidi per l’infanzia (su una media nazionale del 17%, in Toscana la percentuale sale al 25,2). Più distaccate le altre due tipologie: i servizi integrativi (4,9% in Toscana rispetto al 2,4% nazionale) e l’accesso anticipato alla scuola dell’infanzia (in Toscana appena il 3% contro un dato nazionale del 5,1% che addirittura sale all’11,9% in una realtà come la Calabria); ciò proprio perché in Toscana il servizio nido funziona e, dunque, molti genitori non si trovano nella necessità di far anticipare, ai figli, l’ingresso a scuola.
Due, dal rapporto del nuovo sistema informativo regionale (chiamato SIRIA), le sottolineature. In Toscana, accanto al pubblico, aumenta il protagonismo del settore privato che, comunque, cerca relazioni con il settore pubblico: ben i due terzi dei servizi privati sono, in Toscana, “accreditati” e la percentuale di accreditamento è in crescita costante ormai da molti anni.
In secondo luogo cresce, anche a seguito di specifiche politiche di investimento realizzate dalla Regione, la ricettività del sistema dei servizi toscani: se nell’anno 2005/2006 erano 25,7 su 100 i bambini (0-3 anni) “coperti” da servizi, sei anni dopo (anno scolastico 2011/2012) la percentuale è salita a quota 33.
“In un Paese in cui si parla molto di infanzia ma, in concreto, si fa davvero poco, come Regione Toscana abbiamo nesso oltre 18 milioni di euro – precisa Targetti – per sostenere e far crescere la qualità dei servizi: 6,5 per garantire la scuola a tremila bambini fra i tre e i sei anni; 8 milioni per rispondere ai bisogni reali dei territori e altri 4 per abbattere le rette che le famiglie in lista d’attesa nei nidi comunali devono pagare per la frequenza in quelli privati”.