SCARLINO – «I valori della qualità dell’aria di Follonica rilevati dall’Arpat sono gli stessi registrati dalla centralina di Scarlino Energia.» E’ quanto emerge dall’incrocio tra i dati dell’Agenzia regionale relativi alla campagna di misura iniziata a maggio 2011 e conclusa nel maggio 2012, e quelli della società scarlinese, così come comunica la stessa azienda. Situate a poche centinaia di metri nell’area sud di Follonica (la prima in via del Buttero, la seconda in via di Lago di Bracciano), le apparecchiature delle due stazioni hanno evidenziato gli stessi valori sia per il biossido di azoto (NO2) che per i PM10 (inquinante originato principalmente dal traffico delle auto). «Oltre a fornire una più valida “controprova” dell’efficienza dei controlli effettuati da Scarlino Energia – si legge nelal nota -, il monitoraggio Arpat è stato utile anche a verificare in un arco temporale di 12 mesi le ricadute delle emissioni industriali provenienti dalla zona industriale di Scarlino. Nel periodo preso in esame, c’è infatti da evidenziare che nei primi sei mesi della campagna di misurazioni (da maggio a dicembre) l’impianto di recupero energetico era in attività, mentre negli ultimi 8 mesi (da gennaio a agosto 2012) le linee di combustione erano ferme in virtù della sentenza del Tar che ha annullato le autorizzazioni. Nei due blocchi temporali – prosegue Scarlino Energia -, con e senza inceneritore, non sono emerse significative differenze.»
I risultati e le conclusioni della ricerca dell’Agenzia regionale sono stati esposti in un documento trasmesso ai Comuni di Follonica e Scarlino. «Il monitoraggio svolto dal Laboratorio mobile per il rilevamento della qualità dell’aria – si legge nella relazione – ha fornito un quadro ambientale tale da evidenziare un largo rispetto dei limiti normativi previsti dal DLgs 155/10 per la tutela della salute umana; difatti, i dati misurati sono ampiamente al di sotto delle soglie normative previste. Tutti gli inquinanti indagati hanno evidenziato indicatori che rispettano ampiamente le soglie previste dalla normativa vigente in materia, mettendo in evidenza una quadro rassicurante circa la “protezione della salute umana”. Il biossido di zolfo (SO2), pur dimostrando valori misurati ampiamente al di sotto dei limiti normativi, si presenta come il parametro di maggiore interesse».