GROSSETO – «Il buio e il Grifone, la notte e l’amore. Enzo Della Giovampaola guardava il Grosseto senza vederlo, lo illuminava con la luce interna, che solo la passione può accendere» il ricordo di quello che era un tifoso speciale del Grosseto è di Giancarlo Mallarini.
«Lo schermo di Enzo era collegato al cuore con una moltitudine di fili inossidabili, era ancorato all’anima biancorossa di cui si nutriva. In silenzio Enzo ha risposto alle mille domande sui perché si ami una squadra di calcio, si soffra o si gioisca per un gol, si sventoli una bandiera o una sciarpa, si consumino le suole delle scarpe per andare in trasferta, ci si senta felici o negativi quando arriva la sconfitta».
«Una risposta silenziosa come la notte che lo avvolgeva senza impedirgli di abbonarsi e vivere la squadra. Gli bastava sentirlo, il Grifone, aspirare il suo battito d’ali, accarezzargli le penne, toccargli gli occhi, diventati i suoi. Quando l’incontravo l’argomento era il Grifone, anzi l’Uccellaccio nome che gradiva con un sorriso. Enzo ha chiuso gli occhi lasciandoci un messaggio chiaro: non è interessante la categoria, nemmeno vedere, serve amare. Semplicemente amare».
«L’ultima carezza del Grifone per Enzo è stato il preziosissimo pari di Lecco, che vale la permanenza in categoria».