GROSSETO – La segreteria della Federazione del Pci si esprime sulla Cosap e scrive al presidente Antonfrancesco Vivarelli Colonna e a tutto il Consiglio provinciale una nota a firma di Dario Bibbiani, per l’area grossetana, Daniele Gasperi, per l’area delle Colline Metallifere, e Gabriele Porri, per l’area Colline Albegna e Amiata Grossetana, per ribadire la “netta contrarietà del Pci all’applicazione della Cosap”.
Nella nota ricordano il percorso con il quale è stata reintrodotta “questa ulteriore gabella che mette sulle spalle dei cittadini e delle imprese, soprattutto legate al settore agricolo, gli oneri di scelte scellerate compiute nel passato. A livello nazionale il primo tentativo di inserire la tassa fu operato, senza successo, dal governo Berlusconi che ne propose l’applicazione bocciata dal Parlamento.
La norma è stata poi proposta dal governo Renzi e reintrodotta da quello Gentiloni nel 2017, facendo leva su un vero e proprio ricatto nei confronti delle province.
Infatti i trasferimenti erariali dello Stato per le funzioni rimaste in carico alle province, come viabilità ed edilizia scolastica, sarebbero stati concessi solo se le province avessero applicato tutte le forme impositive previste, Cosap compresa, altrimenti nulla sarebbe stato trasferito creando una situazione di dissesto all’ente e di grande difficoltà per i servizi.
L’iter nazionale era stato, almeno a livello locale, anticipato. Infatti il Consiglio Provinciale di Leonardo Marras nel 2013 ne approvò la reintroduzione, Emilio Bonifazi non l’applicò, ma la tassa venne poi resa “obbligatoria” con il governo Gentiloni.
Non ci risultano tuttavia prese di posizione da parte del Consiglio provinciale, anzi in occasione dell’approvazione del bilancio 2018, l’applicazione passò con l’astensione dei gruppi di minoranza.
Oggi, a parere del Pci, la questione riemerge e si vuole strumentalizzarla a fini politici in vista delle prossime elezioni amministrative, gridando allo scandalo solo per attirare consensi.
Noi abbiamo già espresso con chiarezza il no a questa gabella, lo ribadiamo e con la nota proponiamo che il Consiglio provinciale si esprima unanimemente contro l’applicazione di una tassa ingiusta e iniqua.
Tale decisione permetterebbe di fare chiarezza su cosa ne pensa il Consiglio espressione anche delle varie forze politiche. Se è vero che tutti la ritengono ingiusta sospendano la tassa, almeno per gli anni per i quali non è stata richiesta, e proponiamo che il Consiglio intraprenda tutte quelle azioni per chiedere al governo, con il sostegno della Regione Toscana, l’annullamento della tassa.
Se oggi, in piena pandemia, si vogliono aiutare cittadini e imprese, è il momento di fare scelte coraggiose e schierarsi dalla parte delle comunità, almeno per noi del Pci, con una scelta che non “ristora” ma evita di distruggere quello che resta sul territorio dell’economia scongiurando ulteriori difficoltà per i cittadini”, conclude il Pci.