GROSSETO – «I tagli dei governi nazionali e regionali operati in questi anni sul sistema sanitario hanno messo in ginocchio attività e prestazioni» afferma la Segreteria PCI di Grosseto.
«La riduzione di posti letto doveva portare a investimenti sul territorio che però non sono avvenuti e si è proceduto inoltre ad un taglio altrettanto drastico le dotazioni organiche, allungando i tempi di attesa, incentivando intramoenia e convenzioni con privati per abbattere liste di attesa e dare risposte ai cittadini, non tutti i condizioni di potersi permettere i costi della prestazione».
«Si è illuso di ridurre la burocrazia ed il numero dei dirigenti passando dalle dieci Asl provinciali ad Asl di area vasta accorpando territori vasti ed eterogenei auspicando la riduzione di diminuire i costi della burocrazia i quali invece sono aumentati per l’avvio di procedure sempre più complesse per i cittadini. In tutto questo caos uno dei settori più delicati, al quale fanno riferimento le patologie psichiatriche, è stato tra quelli più colpiti, scaricando sui pazienti e loro familiari tagli e disorganizzazione dei servizi».
«Si parla della psichiatria che ha visto la chiusura dei reparti nei presidi di Castel del Piano, Orbetello, Massa Marittima, lasciando solo sei posti letto al Misericordia che, una volta esauriti, vedono gli utenti letteralmente sbattuti in tutta l’area sud est e quando non vi è disponibilità, i pazienti vengono inviati dove c’è posto, ovvero in uno degli ospedale della Regione Toscana, creando grandi disagi a pazienti e parenti» prosegue il Pci.
«Gli spostamenti sono a carico del personale infermieristico territoriale, costretto a turni estenuanti, chiamati a volte a turni senza stacco pur di garantire il servizio. Le reperibilità, per lo più notturne durante la settimana, non guardano ad orari e festività. Una situazione al limite che, in alcune occasioni, viola anche le norme sul lavoro».
«Ma se sugli ospedali si è abbattuta la scure dei tagli il territorio non è da meno e mancano quei servizi che potrebbero costituire alternativa, sempre per carenza di personale e i casi rischiano di non avere quelle attenzioni e quella continuità necessarie, non per mancanza di volontà del personale ma perché lo stesso è insufficiente e sovraccarico di lavoro».
«Sindacati e politica nicchiano senza pressare sufficientemente, con poca volontà di tutelare, proteggere e combattere per migliorare sia le condizioni di lavoro del personale che i percorsi assistenziali dei pazienti. Se il servizio continua a reggere è solo e grazie alle eccellenze e al lavoro di medici ed infermieri che non si risparmiano nonostante la carenza di strutture e di personale qualificato» continua la nota della Federazione provinciale dei comunisti.
«È necessario un rafforzamento della dotazione organica e delle strutture territoriali e ospedaliere, perché non è pensabile affidare questa tipologia di servizi a chi non ha mansioni e formazione specifica in questo settore senza riferimenti certi sul territorio, si rischierebbe di affossare ulteriormente un servizio e di caricare sui soggetti più fragili le inefficienze del sistema che mira solo a vantaggi di risparmi economici che in qualche producono ricadute negative sulle comunità».