GROSSETO – “In campagna elettorale qualcuno del Pd mi prendeva in giro per essermi proposto, se avesse vinto Susanna Ceccardi, come assessore alla sanità, oggi vedo però che proprio il Partito Democratico, su molte questioni sanitarie, sta facendo proprie tesi che io avevo già esposto e che dimostrano una marcia indietro del centrosinistra rispetto alle politiche portate avanti sotto la presidenza Rossi”.
Così il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi, vicepresidente della commissione sanità, commenta la mozione del Pd in consiglio regionale sulla carenza dei medici di base in Toscana, che segue di quasi due settimane, la sua interrogazione alla giunta sullo stesso tema. “Il problema è grave e serio – afferma Ulmi- per questo avevo interrogato la giunta sulla questione e attendo la risposta prevista nel prossimo consiglio. Una parte delle criticità sfugge alle dinamiche regionali, perché è frutto di una politica formativa miope, avendo mantenuto il numero chiuso a medicina e un numero insufficiente di posti di specializzazione, con il risultato di una migrazione di studenti negli atenei europei e, quindi, anche danno economico alle sedi universitarie, senza tenere conto dei medici che sarebbero andati in pensione. La medicina territoriale però va ripensata”. Ulmi analizza la situazione attuale.
“La pandemia – afferma il consigliere della Lega e medico- ha smontato molta di quella che è stata la riforma sanitaria della Regione ed il Pd, evidentemente, se ne sta accorgendo. I piccoli ospedali, che erano ormai in fase di depotenziamento, si sono rivelati preziosi. Le maxi Asl hanno palesato la loro distanza dai territori. Le zone distretto troppo ampie, come quella del Coeso in provincia di Grosseto, hanno manifestato tutti i loro limiti, tanto che lo stesso Pd ha presentato, approvata all’unanimità, una mozione in consiglio per ridurle. L’elenco sarebbe ancora molto lungo”. Sulla medicina di base Andrea Ulmi ritiene che un ruolo avrebbero potuto averlo le case della salute. “Sulle case della salute – afferma il vicepresidente della commissione sanità- siamo indietro. Queste avrebbero potuto essere un presidio ed una barriera a salvaguardia della medicina territoriale che, purtroppo, sta mancando”.
Ulmi tende la mano alla maggioranza in Regione. “Visto che su molti temi il Partito Democratico sta ripensando le sue stesse politiche – afferma i consigliere regionale della Lega- e considerato che le nuove posizioni sono simili a quelle che, come Lega, abbiamo sempre espresso denunciando un allontanamento della sanità dai territori, io sono pronto a fare la mia parte in commissione e, partendo dal presidente della commissione Enrico Sostegni, a ragionare di una riforma ampia e di mandato, che superi le ideologie, e che porti la sanità toscana a non essere solo una bandiera, ma a diventare un vero modello anche per le altre regioni”.