GROSSETO – Un’operazione che è partita alle prime luci dell’alba e che ha portato in carcere 33 persone in quattro città: Grosseto, Roma, Venezia e Reggio Calabria. Le indagini della Procura della Repubblica Direzione distrettuale antimafia e del Tribunale di Roma hanno portato all’arresto di persone indagate a vario titolo per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto abusivo di armi.
L’indagine Enclave, portata avanti dai Carabinieri, ha consentito di individuare e disarticolare un sodalizio contiguo alla ‘ndrangheta, costituito da soggetti calabresi e romani, dedito al traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, marijuana e hashish), ricostruendone i canali di approvvigionamento, in gran parte dal Sud America, il sistema di gestione delle “piazze di spaccio” e le modalità di cessione. Al vertice di tale sodalizio, è stato individuato un noto personaggio, organico alla ‘ndrina che dirigeva le sue attività illecite avvalendosi anche di propri familiari.
Tra le decine di operazioni ricostruite dagli investigatori, la negoziazione di una partita di 20 kg di cocaina proveniente dalla Colombia, operazione gestita mediante l’intermediazione di due broker italiani, una donna di 65 anni, residente ad Orbetello, e un uomo della provincia di Venezia, contiguo all’ex “Mala del Brenta”.
Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari personali, i Carabinieri stanno anche sequestrando preventivamente un’attività commerciale nella Capitale che risultava fittiziamente intestata a parenti del capo dell’organizzazione.