GROSSETO – “Giacomo Termine – past president del Coeso, oggi mestamente dimissionario – gioisce per la sentenza del Tar Toscana che ha dichiarato il difetto di giurisdizione sulla questione della nomina del presidente del Coeso. E naturalmente non perde l’occasione di attaccare il sindaco di Grosseto, accusato di “mascherare la realtà”, scrive, in una nota, l’Associazione Antonfrancesco Vivarelli Colonna Sindaco.
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“Chissà se il sindaco di Monterotondo Marittimo ha letto la sentenza, ma ne dubitiamo perché se l’avesse letta allora forse riderebbe meno – prosegue l’associazione -. Il Tar ha chiaramente riconosciuto al patto sottoscritto dai comuni, che dettava le regole di governance del Coeso, e che prevedeva che la presidenza per il biennio 2020/2021 sarebbe stata affidata (mediante un sistema di rotazione appunto politico) ad un rappresentante dell’area grossetana designato dal comune di Grosseto, una valenza politica che vincola le amministrazioni sul piano della responsabilità politica.
Responsabilità politica: due belle parole, responsabilità e politica, ma che per la sinistra grossetana costituiscono un ossimoro poiché essa, con il comportamento violativo di un accordo scritto e sottoscritto, mostra di non avere né coscienza né responsabilità politica.
Quindi di cosa si vanta il sindaco Termine? Di non aver tenuto fede a un patto? Egli cioè gioisce di aver tradito un accordo, e sostanzialmente afferma che quel documento non vale nulla, quello stesso accordo, riportante anche la firma di Antonfrancesco Vivarelli Colonna, senza il quale non avrebbe mai potuto essere presidente per due anni.
Perché i comuni della sinistra all’ossimoro? Addirittura sostenendo che i sindaci, che sottoscrissero quell’accordo, non avevano avuto l’autorizzazione da parte del proprio Consiglio Comunale. E che le firme apposte non erano firme digitali.
Tutto molto bello, ma la domanda allora è: come mai tale patto fu scritto e sottoscritto? Perché i sindaci di sinistra vi apposero la propria firma, vergata a mano? Perché presero un impegno, se erano consci e convinti di non tenervi fede? Si attendono sul punto più risposte e meno entusiasmo, ma soprattutto più responsabilità politica.
Perché al di là dei soliti like che i fedelissimi e gli ultras della politica hanno riservato a Termine, gli elettori e i cittadini, senza distinzione di colore, dalla politica chiedono responsabilità”, conclude l’associazione del sindaco di Grosseto.