GROSSETO – Anche Legambiente interviene sull’ipotesi Campagnatico per lo stoccaggio delle scorie nucleari. “In questa discussione -afferma Angelo Gentili della segreteria nazionale di Legambiente – è necessario il massimo coinvolgimento e ascolto dei territori, delle loro vocazioni e specifiche esigenze”.
“È assurdo che non si sia dato seguito ad una consultazione preliminare con Anci e con i Comuni interessati, vista la delicatezza della questione – aggiunge – Altrettanto inconcepibile è che si intenda stoccare nei siti individuati non solo rifiuti a media e bassa radioattività ma anche ad alta radioattività. Con la pericolosità che ciò comporta”.
“Nelle linee guida – spiega – attraverso le quali si dovrà procedere con l’identificazione dei siti, si deve assolutamente tenere conto della compatibilità con – tra gli altri – il profilo agricolo dei singoli territori. Ciò riguarda ad esempio la nostra Campagnatico con le sue coltivazioni di pregio, ma anche con i suoi vicini siti di grande valenza artistica e con le sue complessità di natura idrogeologica. Il sito individuato a Campagnatico è vicino all’alveo dell’Ombrone, con i gravi rischi di natura idrogeologica che ciò comporta. Inoltre, come già accennato, custodisce un’area con coltivazioni di alta qualità ed è prossimo ad una pieve romanica di altissimo pregio quale quella di Pieve Vecchia. Campagnatico rappresenta altresì un’area con evidente vocazione ecologica, naturalistica e con una spiccata vocazione turistica”.
“Non capiamo quindi come possa essere stato individuato questo sito e, dati i presupposti di cui sopra, chiediamo che sia tolto dall’elenco – conclude Gentili – Peraltro, si tratta di un’area soggetta a subsidenza, frane, smottamenti e fenomeni di precarietà ed instabilità dal punto di vista geologico. Insomma, la mancanza di un confronto puntuale con gli enti locali, la Provincia e il Governo regionale e la pianificazione verticistica e priva di rapporto con i territori sono senza dubbio elementi molto gravi. Siamo sempre in tempo per invertire la rotta. Le scorie ad alta attività siano destinate ad un deposito europeo e quelle a media e bassa ad un deposito nazionale. Tutto ciò a patto che ci si avvii verso una scelta partecipata e condivisa, tenendo conto anche e soprattutto di criticità già esistenti, dando seguito a tutte le verifiche necessarie ed evitando decisioni dall’alto.”