GROSSETO – Una tradizione bella e importante che si rinnova da quasi trent’anni, ma anche un grande impegno da più punti di vista. E’ il presepe monumentale che ogni anno viene allestito nella chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo a Montepescali. Un lavoro di paziente ed abile maestria artigianale, portato avanti dagli Operai della Chiesa, un’antica istituzione risalente al periodo del comune di Montepescali, nata per lavorare alla edificazione della comunità e al decoro delle chiese. Oggi gli Operai sono un piccolo resto, che porta avanti con grande dedizione anche questo servizio.
Ogni anno la rappresentazione della sacra natività ha un taglio ben preciso, che – partendo dalla meditazione di un passo della Scrittura – ne cala il senso nel tempo che stiamo vivendo, per offrire un messaggio che vada anche oltre la bellezza estetica dell’opera. E ogni anno, nel tempo del Natale, nel bellissimo borgo che “vigila” sulla piana maremmana salgono centinaia di persone per ammirare questa vera opera d’arte sacra.
Il presepe 2020 sarà inaugurato domenica 6 dicembre, quando la comunità di Montepescali festeggerà san Nicola, titolare della parrocchia. Il ritrovo, alle 16.30, nella chiesa parrocchiale di San Niccolò (nella parte alta del paese) dove il vescovo Rodolfo presiederà un tempo di adorazione. Da lì, poi, il trasferimento nella chiesa dei Santi Stefano e Lorenzo (in basso) per la benedizione e l’inaugurazione del presepe.
Recentemente questa esperienza è diventata un libro fotografico “Montepescali e il suo ‘Presepe’” in cui viene ripercorsa la storia di questo importante momento di evangelizzazione. Il volumetto è dedicato a Varisse Mannucci e Giuliano Tarantino. Furono loro che realizzarono il primo presepe. “L’idea venne loro – spiegano Fabiana Paladini e Vinicio Mannucci, figlio di Varisse – durante una delle giornate che trascorrevano nella “stalla”, una piccola stanza dove potersi dedicare indisturbati alle loro passioni, ovvero la lavorazione dell’ulivo e la pittura”.
Era il 1993 e il primo presepe aprì la strada a quella che, negli anni, è diventata un impegno comunitario, portato avanti oggi da Fabiana, Vinicio, Rodolfo Paladini, Luisella Carnesecchi e Vittorino Memo.
“Il presepe – raccontano ancora Fabiana e Vinicio – cominciò ad assumere grandi dimensioni, ad arricchirsi di particolari sempre più curati”, ma soprattutto ogni anno propone uno sguardo diverso sulla Natività, attingendo alle Scritture. Lo ricorda anche il parroco don Giorgio Nencini, che segue anche le parrocchie di Montemassi e Sticciano: “Ogni anno l’unico motivo che muove la comunità credente montepescalese nella realizzazione del presepe, affidandosi a ricercati progetti di persone ricche di idee e volontarie, è quello di realizzazione una grande opera al fine di evangelizzare”. Lo stesso fine con cui, nella notte di Natale del 1224, Francesco d’Assisi “inventò” a Greccio il presepe.