PIOMBINO – “La decisione della direzione della Asl Nord Ovest di ridurre la presenza del medico del Pronto soccorso nella breve osservazione che attualmente è dedicata ai pazienti sospetti Covid è tanto grave quanto incomprensibile. Grave perché comporta una riduzione nel controllo di pazienti critici in attesa di conferma diagnostica; incomprensibile proprio in questi giorni in cui assistiamo al progressivo aumento dei casi Covid positivi”.
A scriverlo, in una nota, il sindaco di Piombino Francesco Ferrari.
“Di più – continua -: alla luce delle rassicurazioni ricevute lo scorso settembre, quando l’Azienda si affrettò a smentire la notizia, oggi ci sentiamo particolarmente illusi, per usare un eufemismo, nel costatare la fondatezza di questa nuova, drammatica amputazione.
Con la decisione della Asl Nord Ovest, la domenica il medico del Pronto soccorso dovrà prestare la propria cura alternativamente su pazienti Covid e su gli altri pazienti presenti naturalmente in pronto soccorso, aumentando così, di fatto, il rischio di contagio.
Non si capisce quale ratio abbia potuto spingere l’Azienda se non la solita e miope volontà di risparmiare risorse, nello scegliere una strada così pericolosa in un momento straordinario come quello che stiamo vivendo, in cui tutto il mondo sta affrontando la pandemia.
Uno dei tanti problemi del nostro nosocomio è anche la scarsa appetibilità nei confronti dei professionisti provenienti da fuori territorio: non si capisce, quindi, come l’Azienda, con questo meccanismo, voglia convincere medici e sanitari a portare a Piombino energie nuove da dedicare ai pazienti piombinesi.
Oggi combattiamo, perciò, una decisione che riteniamo fatale per i pazienti che affollano il pronto soccorso e per tutti gli operatori della sanità che, con caparbia dedizione, prestano la propria opera professionale nei confronti di chi soffre. Professionisti che sono così oberati da carico di lavoro da aver accumulato una quantità spropositata dii ferie arretrate che non possono smaltire.
Al contrario di quanto successe un mese fa, oggi non possiamo sperare in una prossima tornata elettorale che modifichi l’intento dell’Asl nel prestare più attenzione ai pazienti che noi ai bilanci aziendali.
Quello che possiamo fare, oltre ad alzare la nostra voce preoccupata davanti all’ospedale di Villamarina insieme agli operatori che qui lavorano, è chiedere immediatamente un incontro al nuovo assessore regionale alla Sanità: è necessario che si faccia retromarcia su questa decisione e, di contro, che si lavori subito nel potenziare il personale del pronto soccorso per affrontare adeguatamente la seconda ondata Covid ormai già in atto.
Non abbiamo tempo da perdere – conclude il primo cittadino – perché in ballo, ancora una volta, c’è la salute dei nostri concittadini”.