MASSA MARITTIMA – «Non sappiamo cosa dobbiamo fare, per alcuni ragazzi è scattata la quarantena, mentre gli altri non sono stati contattati e in teoria potrebbero andare tranquillamente a scuola. Ma con quale criterio sono stati scelti?». La domanda viene da una mamma della prima A chimico di Massa Marittima.
Una delle compagne di classe del figlio, 14 anni, è risultata positiva. «Mio figlio mi aveva già detto della situazione della compagna di classe – racconta la mamma -. Ieri, verso le 13.30 (mio figlio non era ancora rientrato a Follonica con l’autobus), sono stata contatta dalla Asl che mi diceva che per questo motivo mio figlio era in quarantena almeno sino a lunedì compreso. Mentre per me non c’erano problemi e potevo continuare ad andare al lavoro. Mi hanno detto che mi avrebbero fatto sapere loro per il tampone. I ragazzi in classe di mio figlio sono 29 ma non tutte le famiglie sono state contattate dalla Asl. Quindi, in teoria, una parte della classe può andare a scuola, e l’altra no. Quale sia il criterio scelto non si sa. Nonostante ciò solo tre ragazzi oggi erano a scuola, visto che gli altri, per precauzione, hanno scelto di tenerli a casa comunque: in tanti prendono il pullman e volevano evitare di spandere ulteriormente un eventuale contagio».
A casa ci sarebbero anche alcuni insegnanti «Abbiamo contattato la scuola per avere informazioni visto che non siamo stati chiamati – commenta un’altra madre – ad essere state contattate sono state 20 famiglie su 29 (con quale criterio visto che sono in classe tutti assieme?). Mia figlia è rimasta comunque a casa. Ho chiesto alla scuola che devo fare. Se non vengo contattata la ragazza può andare a scuola domai? La dirigenza scolastica però non ha saputo spiegare il perché siano stati contattati solo alcuni visto che tutti sono in classe insieme».
La scuola ha risposto per email ai genitori che la classe è stata sanificata, ma che non hanno idea del tipo di tracciamento fatto dalla Asl. La preside, sempre per email, ha consigliato alla madre di «contattare il medico di famiglia e chiedere a lui se la figlia può venire a scuola o se è meglio che resti a casa».
«Insomma – proseguono i genitori – una situazione surreale: se i ragazzi fossero positivi alcuni continuerebbero a portare in giro il virus, anche sugli autobus, se invece non lo sono non si capisce perché alcuni debbano stare a casa e altri possano andare a scuola».